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Sono 600 mila le persone ipertese in Calabria; il dato emerge da una ricerca sulle terapie cardiovascolari e sull’utilizzo del farmaco Rasilez.
Dalla ricerca emerge anche come i pazienti con ipertensione siano altamente esposti al rischio di malattie cardiovascolari e di danni a carico degli organi.
Nella regione 117 mila gli ipertesi che presentano ipertrofia ventricolare sinistra; 12mila quelli affetti da malattia cerebrovascolare; 9mila calabresi sono affetti da insufficienza renale o albuminuria e 6mila sono già incorsi in un evento cardiovascolare come l’infarto.
L’ipertensione infatti è ritenuta la prima causa di morte, perchè favorisce complicazioni quali l’infarto, l’ictus, il danno renale e la morte prematura. In Italia gli ipertesi sono 15 milioni e almeno 3 milioni non sanno neanche di esserlo in quanto la patologia si presenta in maniera asintomatica.
Secondo la ricerca, quattro pazienti su cinque non riescono a rientrare nei valori di pressione ottimali indicati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, ovvero al di sotto di 140 di massima e 90 di minima.
Il , afferma che:
«I dati più recenti mostrano che solo il 10-20% dei pazienti ha la pressione ben controllata – ha dichiarato il direttore della clinica medica e dipartimento di Medicina Clinica dell’Univerità di Milano Bicocca, Giuseppe Mancia -. Il restante 80-90% non tiene sotto controllo la pressione per molteplici ragioni. Spesso queste persone neanche conoscono i valori ottimali; inoltre molti di loro non si recano dal medico per controlli periodici».
E’ molto importante dunque, il controllo periodico della pressione per riuscire a prevenire il rischio di patologie cardiovascolari e la progressione del danno d’organo.
«Nei pazienti ipertesi le arterie sono danneggiate – osserva Mancia – dunque tutti gli organi sono esposti al danno causato dall’ipertensione e a lungo andare, in mancanza di un controllo della pressione, i danni d’organo possono diventare irreversibili».

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