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Beni mobili ed immobili per un importo complessivo di oltre tre milioni di euro, sono stati confiscati alla Polizia al boss Antonio Forastefano Antonio, 39 anni, di Cassano Ionio. Forastefano era stato già raggiunto da una richiesta di applicazione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno avanzata al competente tribunale.
Il 23 febbraio 200, erano già stati sottoposti a sequestro, ai sensi della normativa antimafia, i suoi beni.
Forastefano era stato tratto in arresto nell’ambito del procedimento penale denominato «Omnia», per estorsione pluriaggravata, danneggiamento, incendio, usura aggravata, rapina aggravata, introduzione nel territorio nazionale, detenzione e porto in luogo pubblico di armi, anche da guerra, detenzione illecita, anche mediante associazione, di stupefacenti.
Attualmente si trova detenuto nel carcere di Parma ed è ritenuto a capo della cosca mafiosa omonima, operante sul territorio dell’alto Ionio cosentino con estensione della sua influenza sino alla Basilicata a Nord e alla zona del coriglianese a Sud.
Il Tribunale di Cosenza, dopo avere accolto la proposta di sequestro di beni del Questore Rafafele Salerno, con il decreto di confisca, ha confermato la validità  degli accertamenti patrimoniali espletati dall’Ufficio misure di prevenzione, decretando che le indagini e gli accertamenti esperiti hanno permesso di individuare una serie di beni riconducibili a Forastefano ed ai familiari, consentendo la ricostruzione di un patrimonio che non trova riflesso in una capacità reddituale di analoghe proporzioni e ritenendo, quindi, che i beni siano il frutto di attività illecite o ne costituiscono il reimpiego.

Sono stati sequestrati: l’impresa individuale di Antonio Forastefano; il 50% del capitale sociale della «Ranacolture Ionica» s.n.c.; l’impresa individuale della moglie Caterina Rizzo; sei autovetture di ingente valore e di prestigiose marche tra cui Mercedes e BMW; autocarri, abitazioni e terreni agricoli.
A Forastefano è stata restituita un’autovettura e una somma di circa 70 mila Euro, ricevuta a titolo di indennità per una riconosciuta invalidità fisica di un proprio familiare.
L’odierna confisca segue quelle eseguite, nel mese di giugno, nei confronti di Francesco Costa, Nicola ebastiano Rende e Gianfranco Senise.

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