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L’assessore all’Ambiente, Silvio Greco, ha presentato i dati della balneabilità delle coste calabresi assieme al direttore dell’Arpacal Vincenzo Mollace. «Non ci sono problemi di inquinamento che originano dal mare – ha detto – Le criticità arrivano da terra e per questo ognuno, amministratori ma anche cittadini, deve fare la propria parte impegnandosi in un patto, una rivoluzione culturale».
Per l’assessore regionale la parola d’ordine in materia di salvaguardia dell’ecosistema marino è corresponsabilità. Dai rilevamenti effettuati da Arpacal al 30 giugno, attraverso 680 punti prelievo, è emerso che sono 620, su 715 complessivi, i chilometri di costa balneabile, dieci in più rispetto alla scorsa stagione. Un dato pari a circa il 95% dell’intera costa. In particolare, in provincia di Catanzaro (+5,4 chilometri) e Reggio (+3,5) sono aumentati gli spazi di costa fruibile dai bagnanti, mentre nel Cosentino sono quattro i chilometri diventati off-limits e nel vibonese poco più di uno. Resta invariata la situazione della provincia di Crotone. «La qualità delle acque marine in Calabria – ha sostenuto ancora Greco – è indiscutibile dal punto di vista della balneazione e della biodiversità che propone aspetti come la presenza della più grande colonia di corallo nero e luoghi come quelli scelti dalle tartarughe per deporre le uova. Ad essere criminali sono i piccoli egoismi e le furbizie di chi pensa che il mare non sia di nessuno. È dunque necessario incrementare i controlli».

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