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di ANNAROSA MACRI’
In questa appartata e sotterranea stanzuccia, la temperatura esterna non ci fa, come si dice, né caldo né freddo. E’ la stupidaggine umana a gelarci il sangue nelle vene e le sciocchezze di stagione a farci venire il sangue (caldo) alla testa. Qualcuno mi spieghi, a mente fresca, perché il fatto che oggi, 18 luglio (e sottolineo: luglio, non gennaio o febbraio!) sarà una giornata calda, anzi caldissima, come da calendario, debba diventare questione così bruciante da aprire i tiggì con annesse geniali originalissime domande “a caldo” ai metereologi (quanto durerà questo caldo?), ai nutrizionisti (cosa consiglia di mangiare con questo caldo?), ai dotti, medici e sapienti (come ci si difende da questo caldo?). E poi l’originalissimo domandone (da sudori freddi) alla ggente (con due ggi) ripresa: a) coi piedi a mollo dentro fontana di Trevi, b) stravaccata su sdraio su spiaggia superaffollata con aria ebete, c) all’interno di ameno supermercato a cercare refrigerio: “fa caldo?”. Il nulla del nulla nella informazione del nulla. Il cervello in frigorifero e la fantasia bollita. Datemi una pistola. Fumante, naturalmente che il cervello mi scoppia. E il caldo non c’entra.

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