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di FABIO AMENDOLARA e LEO AMATO

POTENZA – Ha una strana rete di rapporti Giovanni Citarella, il patron della Nocerina calcio e di una serie di imprese intestate a prestanome. Vanno dal pregiudicato lucano che intrallazza con gli automezzi rubati ad Andrea Ronchi ed Edmondo Cirielli. Politici di primo piano del centrodestra, avvocati che contano e usurai, truffatori e delinquenti. Si divide tra Potenza, Roma e la sua Nocera, tra politica e grandi opere. Nel suo paese sembra intoccabile. Ed è per questo, forse, che non si accorge di quello che accade nell’ufficio del sostituto procurato Henry John Woodcock. «In quel periodo si verificano numerosi incendi dolosi nei cantieri sull’autostrada che collega Salerno a Reggio Calabria e ricordo anche di alcuni furti di ruspe, camion e betoniere». La fonte del Quotidiano conosce bene le attività di Giovanni Citarella. «Era per il controllo del mercato del calcestruzzo», si disse all’epoca. Tra il 2005 e il 2008 agli occhi dei salernitani Citarella passa per essere uno che paga il pizzo, ma a Potenza i carabinieri del Ros ascoltano le sue telefonate. E scoprono che è uno degli interlocutori di Giovanni Battista Telesca detto l’albanese, uno strano personaggio che va in giro con una finta carta d’identità, dice di essere capace di piazzare all’estero mezzi da cantiere rubati e di essere socio di una ditta albanese. Quella in cui si trova Telesca, secondo gli investigatori, «è una fitta rete commerciale ad appannaggio di movimentazioni sospette di mezzi da cantiere nel circuito internazionele». I carabinieri del Ros hano scoperto che un autocarro venduto alla ditta di Telesca era di provenienza illecita. Ma non era stato rubato. Il maresciallo Michele Ciriello, comandante del Ros di Potenza, ritiene «che il furto sia stato denunciato dai proprietari per riscuotere il premio assicurativo». La camorra a Potenza A lui si era rivolto anche Antonio Iovino, imprenditore napoletano imparentato con uno degli ultimi vecchi boss: Mario Fabbrocino. Secondo i carabinieri del Ros «voleva allargare il suo giro d’affari all’estero». L’uomo giusto è Telesca. Glielo consiglia un amico: Vito Gargiulo, grossista di mezzi per l’edilizia a Vaglio. E’ ascoltando lui che gli investigatori hanno scoperto, come svelato in esclusiva dal Quotidiano nei giorni scorsi, che imprese della camorra stavano cercando di entrare nel sistema degli appalti in Basilicata. Iovino chiama Gargiulo e gli chiede di Telesca. I due sono insieme. Gargiulo gli passa il telefono. E i carabinieri riassumono così la telefonata: «Telesca, dopo aver manifestato la sua partecipazione per la recente scarcerazione dell’imprenditore campano, si accorda con lui per un incontro a breve termine, finalizzato alla definizione di nuovi canali da utilizzare per investimenti all’estero». Le loro attività però subiscono dei rallentamenti. Telesca finisce nei guai. C’è un ordine di carcerazione a suo nome già da qualche mese in procura generale a Potenza. E’ per via di una sentenza che è diventata definitiva. Lui si dà alla macchia. I carabinieri lo beccano a Salerno con documenti falsi. Dice di chiamarsi Tommaso Villa e mostra anche il passaporto. Arrestano sia lui, sia l’uomo che lo accompagna. Ora Iovino, Gargiulo e Citarella hanno un problema. Ma Citarella dice di poter disporre di bravi avvocati. «Come si chiama questo avvocato?» , chiede Gargiulo. Citarella dice: «Avvocato Michele Sarno». Gargiulo, in un’altra telefonata, precisa che «l’avvocato Sarno non avrebbe richiesto alcun compenso, poiché il suo interessamento era stato richiesto da un amico». Ma chi è l’avvocato Michele Sarno? C’è anche lui nell’informativa dei carabinieri del Ros di Potenza. L’assalto alla città Il nome dell’avvocato torna sei mesi dopo, quando Citarella tenta l’assalto al Comune di Salerno. Il patron della Nocerina gioca su due tavoli. C’è da scegliere il candidato sindaco per le elezioni del 2006 e Citarella sponsorizza da una parte il suo avvocato, benedetto dal deputato Edmondo Cirielli, presidente della Provincia in carica, e dall’altra l’editore della Gazzetta di Caserta Gaetano Peluso, sostenuto da alcuni giovani di Forza Italia. L’avvocato, l’imprenditore, e il politico si sarebbero incontrati in almeno un paio di occasioni, una volta anche a casa di Cirielli, verso le nove di sera, il giorno dopo che i delegati di Alleanza nazionale lo avevano indicato all’unanimità come candidato sindaco del partito. L’avvocato è intercettato mentre ne parla al telefono con Citarella. «Edmondo è stato di parola – dice Michele Sarno – il mio nome è stato votato all’unanimità, e lui neanche se l’aspettava. ora mi sto attivando in Forza Italia», e gli chiede di intercedere sul «suo amico» Cosentino, che sarebbe il coordinatore regionale di Forza Italia, il deputato Nicola Cosentino. Citarella riesce a farli incontrare dopo un paio di settimane grazie all’intermediazione proprio dell’altro candidato in pectore, Gaetano Peluso, che tiene a mente gli spostamenti di Cosentino. Le cose vanno male perché il deputato è scostante, e l’avvocato si sente tradito. Alla fine correrà un terzo: Alfonso Andria, che verrà sconfitto da Vincenzo De Luca. Il deputato Citarella nel Dicembre del 2005 cerca anche di promuovere la sorella come candidata per le prossime elezioni politiche. Ne discute al telefono con Peluso. «Mi sono sentito con Edmondo per gli auguri prima di Natale, e mi ha detto che Fini l’aveva chiamato per cercare delle donne, perché ha deciso che ne vuole una ogni cinque candidati. Al coordinatore regionale gliene ha fatto scegliere una, e lui si trova un po’ così. Mi ha detto che l’aveva chiamato anche Alemanno quel pomeriggio e si era fatto trovare spiazzato. così gli detto: “Edmo’, scusa, tengo il presidente dell’associazione degli albergatori io”». E’ la sorella Anna. Cirielli l’avrebbe messa in una lista di tre nomi, e Citarella si sarebbe attivato dopo la «befana» per «vedere un momento con l’amico mio, Ronchi (Andrea Ronchi, ministro ndr), che sta a Roma, ed è proprio il vice di Fini. Tramite lui dico: “Scegliete questa”. Ronchi è amico mio, abbiamo pure mangiato assieme, ci siamo fatti gli auguri perché un amico di Francesco Aracri, il coordinatore regionale di Alleanza nazionale. quella Teresa, quell’altra sorella che tengo là, sta nella sua segreteria. Lui porta i nomi, e poi faccio il passaggio come numero quattro della lista. Perché lui la vuole eleggere di sicuro. Fini ha dato l’ordine di eleggere una donna ogni quattro». Il progetto non sarebbe andato in porto. Ma agli investigatori non sfugge quell’altra sorella. La portaborse «Siamo stati a cena insieme, io, Francesco, Edmondo, tutti quanti assieme. I rapporti sono ottimi». Citarella è a telefono con la sorellastra Teresa Lamberti, che è una collaboratrice del deputato Edmondo Cirielli. Lei porta un cognome diverso, ma sarebbe figlia dello stesso Gino Citarella, boss dell’agro nocerino, affiliato negli anni ’80 alla Nuova famiglia di Carmine Alfieri. E’ il mese di dicembre del 2005 e i due discutono della candidatura a sindaco di Roma di Giovanni Alemanno, a quei tempi ministro dell’Agricoltura, che verrà ufficializzata solo nel Febbraio del 2008. Ci sono da organizzare 500 comitati elettorali. E tra lo staff di Alemanno il nome di Teresa ha cominciato già a circolare. Citarella vorrebbe metterci una buona parola, ma lei gli chiede piuttosto se non sia il caso di informare della situazione Edmondo Cirielli. Il patron della Nocerina calcio la rassicura che la corrente di Alleanza nazionale che fa capo ad Alemanno è la stessa di cui fa parte anche Cirielli: «Siamo stati a cena assieme, io, Francesco, Edmondo, tutti quanti assieme. I rapporti sono ottimi. Fai buono che lo dici a Edmondo, perché quello ha il numero tuo dietro Alemanno. Diglielo a quelli che sei sorella a me e Francesco, deve saperlo anche lui e tutte cose». I carabinieri del Ros identificano Edmondo nel deputato Cirielli, ma non capiscono chi sia quel Francesco, tra tutti gli uomini dell’entourage di Gianni Alemanno. Quello che si sa è che la sorellastra di Citarella, un mese dopo, si è incontrata con Francesco a Montecitorio e ha raccontato tutto al fratello per telefono. «Lui mi ha chiesto cosa facevo alla Camera – dice Teresa a Citarella – e io gli ho detto che lavoravo con Edmondo. Al che: “Cirielli? Ma Cirielli che sta con Alemanno?” Io gli ho detto sì, e lui mi ha detto: “Quindi abbiamo un’amicizia in comune.” Io: “Beh, veramente sono due. Perché lei conosce anche mio fratello, Giovanni Citarella”. E lui: “Eh, come no, Giovannone. Ma io lo conosco benissimo, hai capito, che bella sorella”. Non sapeva manco che ero avvocato». E finalmente le avrebbe affidato l’organizzazione dei comitati elettorali per Alemanno. La notizia era girata in fretta. E il giorno prima anche un socio di Citarella gli aveva detto più o meno la stessa cosa. A riferirgli dell’incarico sarebbe stato sempre quel Francesco. Il brogliaccio con la trascrizione della conversazione intercettata è finito nel capitolo dedicato agli appalti per i mondiali di nuoto che si stanno svolgendo proprio in questi giorni nella capitale (così come pubblicato ieri dal Quotidiano). A telefono c’era Marisa Crisante, della “Di Mario strade” di Roma, presidente del consorzio di imprese “Civadi”. Il fratello è entusiasta. E con Peluso dice: «Mia sorella l’hanno messa dentro la segreteria di Alemanno… fa il capo della segreteria, quella nuova che ha aperto in mezzo a Roma».
(7. Continua)

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