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La Conferenza dei Capigruppo consiliari e la Commissione ‘Riforme e decentramento’ sono tornate a riunirsi per l’esame della proposta di legge regionale recante «Modifiche allo Statuto della Regione Calabria», che ha come proponenti il presidente della Giunta ed il presidente del Consiglio.
Dopo aver approvato, nella scorsa riunione, l’introduzione delle «Elezioni Primarie» per la selezione dei candidati alla Presidenza della Regione, ieri, nel corso dei lavori coordinati dal presidente Giuseppe Bova (in foto) ed ai quali ha partecipato il delegato dalla Giunta alle «Riforme istituzionali» Paolo Naccarato, si è deciso di riformare lo Statuto in alcune parti.
Per quanto riguarda i principi fondamentali sono stati introdotti principi nuovi in tema di efficace azione di contrasto alle organizzazioni mafiose, protezione dell’ambiente e salvaguardia del territorio e rispetto ai diritti inviolabili delle persone, e in particolare degli immigrati.
Per quanto attiene alla semplificazione degli organi di carattere amministrativo si segnalano l’abolizione del CNEL regionale (art. 56), della Consulta dell’ambiente (art. 7), in considerazione del basso rendimento di tali strutture (peraltro mai istituite) che inciderebbero notevolmente sul complesso della spesa. Per quanto attiene alla semplificazione delle forme di governo regionale si segnalano la modifica dell’art. 15, relativo al numero dei consiglieri regionali e flessibilità del numero (qualora lo richieda il sistema elettorale per agevolare la formazione di maggioranze stabili), la modifica dell’art. 35, relativo al numero degli assessori esterni, che passano da due a quattro (compreso il vicepresidente), la previsione della sostituzione dell’Assessore componente del Consiglio regionale con un supplente (ad invarianza di spesa) e l’istituzione della figura del Sottosegretario (ad invarianza di spesa).
Sull’intero articolo, dopo un lungo confronto, il centrosinistra ha votato a favore insieme con l’Udc. «Il Pdl, in ragione del mandato avuto dal coordinamento regionale – ha spiegato il capogruppo di An, Alberto Sarra – attinente, in particolare, i costi della riforma, ha espresso voto contrario, ma non di chiusura, in quanto prendiamo atto della novità sostanziale prospettata oggi e con la quale si dà certezza del fatto che le riforme avverranno a costo zero».
La novità cui ha fatto riferimento Sarra è l’Ordine del giorno approvato dalla Conferenza dei presidenti e dalla Commissione riforme che testualmente recita: «La Conferenza dei Presidenti dei Gruppi, insieme con la Commissione riforme e decentramento, impegna il Presidente del Consiglio regionale a presentare alla medesima Conferenza, prima che l’Aula esamini in prima lettura il testo delle riforme statutarie, un insieme di proposte, a partire da un pdl, finalizzate ad ottenere invariati i costi nel momento in cui il nuovo comma 4 bis dell’art. 35 dello Statuto, una volta approvato, che così recita: «la nomina ad assessore di componenti del Consiglio Regionale comporta la sospensione di diritto dell’incarico di Consigliere Regionale e la sostituzione con un supplente secondo le modalità previste della Legge elettorale Regionale», troverà concreta attuazione nella prossima legislatura».

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