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Negli ambienti investigativi si fa viva l’ipotesi che Fazio Cirolla, l’uomo ucciso ieri nella sibaritide, non fosse l’obiettivo dei killer che hanno fatto fuoco in un autosalone di Sibari.
L’operaio 42enne infatt, avrebbe avuto solo la sfortuna di trovarsi al posto sbagliato al momento sbagliato. Probabilmente aveva anche una somiglianza fisica con la vittima designata, che potrebbe essere il titolare dell’attività commerciale, Salvatore Lione, nell’aprile del 2008 arrestato dai carabinieri per usura nell’ambito dell’operazione «Omnia 2» che ha colpito presunti affiliati al clan Forastefano egemone nella Sibaritide.
Lione era nell’ufficio assieme a Cirolla, ai rispettivi figli e ad altre persone che sono tutte riuscite a scampare al piombo. Qualora l’ipotesi dello scambio di persona trovasse conferma, l’agguato si inserirebbe nella guerra di mafia da anni in corso nella Sibaritide per il controllo degli affari criminali della zona. Non è la prima volta che nel Cassanese cadono sotto il fuoco mafioso vittime innocenti. Nell’ottobre del 2002 Francesco Salerno restò vittima d’un agguato consumato mentre si trovava nel piazzale della villa dei Forastefano in località «Le sorgenti» della frazione cassanese Doria. L’uomo, anch’egli come Cirolla esterno agli ambienti criminali, venne colpito da un proiettile di kalasnhikov rimbalzato contro un muro dell’abitazione. Le indagini sul delitto Cirolla sono coordinate dalla Procura della Repubblica di Castrovillari, ma già nelle prossime ore il fascicolo dovrebbe finire al vaglio della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. Oltre a controlli, perquisizioni e agli interrogatori dei numerosi testimoni presenti sul luogo del delitto, i carabinieri guidati dal tenente Giorgio Feola stanno lavorando anche sulla Fiat Uno usata dai killer e trovata bruciata sempre ieri pomeriggio poco lontano dall’autosalone di Lione.

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