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di ROSSELLA MONTEMURRO
RIUSCIVANO a guadagnare anche 1500 euro al giorno “lavorando” dalle 10 alle 20 in una villetta in contrada Serra d’Alto. Le tariffe partivano dai sessanta euro e, in media, i clienti erano, ogni giorno, venticinque.
Da tempo in città giravano voci insistenti sulla presenza di una casa di appuntamenti e, circa un anno fa, coordinata dal capitano Michele Basilio (comandante del reparto operativo dei carabinieri di Matera) è partita l’indagine su un presunto giro di prostituzione.
Ieri, per un uomo di 39 anni e per la sua convivente di origine colombiana, di 44 anni, sono stati disposti dai carabinieri gli arresti domiciliari con l’accusa di sfruttamento della prostituzione, per aver realizzato nella loro villa fuori città una casa di appuntamenti dove si prostituivano due sorelle della donna.
I militari, è stato spiegato ieri nel corso di una conferenza stampa dal comandante provinciale tenente colonnello Domenico Punzi, dal comandante della compagnia di Matera capitano Donato D’Amato e dal maresciallo capo Marco Cocciolo del nucleo investigativo, hanno iniziato a mappare il territorio sulla scorta di un’indagine della compagna di Altamura che nel 2007 aveva già denunciato la donna colombiana.
E’ stata così avviata un’attività di osservazione, condotta a tutte le ore del giorno. Il via vai di macchine dalla zona, che si intensificava in modo particolare nel pomeriggio, e l’attività di intercettazione condotta dai carabinieri, hanno confermato i sospetti.
All’alba di ieri, i carabinieri del Comando Provinciale di Matera hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa della misura degli arresti domiciliari, emessa dal Gip del Tribunale di Matera su richiesta della Procura.
Nella villetta, a pochi chilometri da Matera, al confine con la Puglia, si prostituivano altre due donne della Colombia, sorelle dell’arrestata, tutte regolarmente presenti sul territorio nazionale.
In precedenza c’erano state altre donne, non identificate in quanto non rientravano nel periodo di indagine, coordinata dal pm Valeria Farina Valaori.
L’attività particolarmente redditizia aveva spinto la donna a tentare di allargare il volume d’affari sconfinando in Puglia. A settembre 2008, dopo un’accurata strategia di marketing (il convivente ha effettuato una vera e propria “indagine di mercato”, telefonando ai “concorrenti” per informarsi sulle tariffe), era stata avviata un’attività di prostituzione anche a Lecce, a Torre Rinalda. Un’esperienza lampo, durata solo un mese.
La signora, in Italia da diciassette anni, per estendere il business ha continuato a cercare case anche nella zona di Bari.
I carabinieri hanno accertato che la principale indagata, con la complicità del suo convivente, coordinava e gestiva le proprie sorelle, di 50 e 43 anni, organizzando gli incontri con i clienti (tra loro non mancano giovanissimi), provenienti non solo dalla provincia di Matera ma anche dalla vicina Puglia. Le utenze cellulari di riferimento per richiedere un appuntamento erano intestate all’arrestata e pubblicizzate attraverso annunci su quotidiani locali. La “maitresse”, già con precedenti specifici, si preoccupava di impartire precise istruzioni fino a stabilire il comportamento da tenere con i clienti e specificare un dettagliato tariffario. Il suo convivente, invece, incensurato, si preoccupava di ogni aspetto logistico non facendo mai mancare nulla alle donne coinvolte. Altre due persone del luogo di 62 e 37 anni, inoltre, sono state denunciate in stato di libertà per aver agevolato la coppia nella loro illecita attività. La villa in questione è stata sottoposta a sequestro preventivo. I sei cani trovati dai carabinieri all’interno del giardino sono stati invece portati al canile.

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