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di PIERANTONIO LUTRELLI
L’appuntamento è per questa mattina alle ore 8.30. Sono in undici. Tutti consiglieri comunali di Pisticci. Devono (o meglio dovrebbero) andarsi a dimettere dinanzi all’Ufficio protocollo del Comune, formalizzando l’atto collettivamente. Probabilmente il caffè lo berranno dopo. E, c’è da giurarci, non sarà dolce per nessuno. Infatti, comunque andrà sarà una brutta storia. Sono undici/ventunesimi dell’assise municipale. Si tratta di Nicola Panetta, Giovanni D’Onofrio, Josefh Scazzariello, Franco Mazzei e Giuseppe Iannuzziello tutti del Pdl; Massimo Dimo, Dino Calciano e Rocco Grieco della Margherita; Giovanni Mastronardi e Rocco Caramuscio del Pd e, infine, Paolo Giannasio dell’Udeur. Undici firme pesantissime che, se andranno a compimento, significherebbe che il commissario prefettizio prenderà da subito il posto del sindaco, Michele Leone. Ma il primo cittadino dall’alto dei suoi, seppur ben portati 69 anni, ieri sera alle 20.30, dopo una giornata febbrile di corse e rincorse all’interno dei pezzi del Coniglio e una serie infinita di telefonate, preso atto del rischio reale venutosi a creare con la disponibilità degli undici firmatari, ha anticipato tutti e si è dimesso. E’ lui stesso a chiamarci. Dalla voce si sente che è amareggiato, ma affronta al contempo la situazione col garbo e lo stile che gli sono consoni. Per noi solo una battuta: «Mi sono appena dimesso -ha esordito- la politica è come la vita, si evolve ogni giorno, quello che la uccide è la stagnazione, i malcontenti e alcune volte i ricatti». La defenestrazione del vicesindaco, Domenico Lazazzera, avvenuta otto giorni fa, sta pesando come un macigno, rischia di essere fatale. Chissà se alla luce degli ultimi sviluppi Leone gli revocherebbe ancora la delega. Intanto, sta di fatto che ad oggi la “revoca della revoca” non c’è stata. Lazazzera dal canto suo, ha fatto sapere al suo defenestratore che non riaccetterebbe in automatico la delega. Lo farebbe solo a tre condizioni: l’abbattimento dell’antenna di Radio Laser; il ripristino (dopo l’esecuzione di lavori antisismici) dell’edificio di via Cantisani quale scuola e, infine, la riqualificazione urbana di Marconia. «Senza ottenere le questioni di merito -ci ha più volte confidato Lazazzera nei giorni scorso- non ha senso un mio ritorno. Se non posso incidere, non me ne faccio nulla della carica». Ma di quali ricatti parla Leone, quando parla di ricatti? Forse si riferisce a queste richieste? Soltanto oggi si potrà conoscere lo sviluppo della situazione, sta di fatto che la mossa di Leone, rappresenta comunque un segnale importante dato ai consiglieri. La legge prevede, sempre che oggi non ci siano le dimissioni contestuali degli undici firmatari, che il sindaco ha venti giorni di tempo per ritirare le dimissioni. Leone, è chiaro, ha voglia di farlo. Bisogna vedere cosa ne pensa il gruppo dei 5 del Pdl vicino a Lazazzera e D’Onofrio insieme ai sei eletti all’opposizione. Se dimissioni non saranno, ci sarà una verifica a 306°. Qualcuno dice: «Basta che Leone capisca che lui è il sindaco di una coalizione. La nostra non è la coalizione del sindaco». Intanto l’ombra del commissario aleggia intorno a Palazzo Giannantonio.

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