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di FABIO AMENDOLARA

POTENZA – Le gammacamere, macchine per acquisire immagini scintigrafiche, erano superate. Quello sì. Alcune davano anche qualche problema, ma era per via dell’umidità delle stanze in cui erano state depositate. «In quel periodo erano in corso i lavori per mettere in sicurezza i locali», dicono al San Carlo. Ecco perché sono entrate in funzione dopo qualche anno. Ma mazzette o favori per appalti e forniture quelli proprio no. «Lo dimostra un’inchiesta interna, i cui risultati sono stati mandati anche alla procura», dice un dipendente.
E aggiunge: «Io non le ho detto niete». Nell’Ospedale San Carlo c’è ancora la stessa aria che si respirava a gennaio, quando sui giornali cominciavano a comparire le prime indiscrezioni sull’inchiesta in dieci capitoli del pm Henry John Woodcock. Uno dei capitoli è dedicato all’Unità operativa di medicina nucleare. Padiglione “F2”, piano zero. Qui eseguono indagini diagnostiche anche per malattie oncologiche. Da quando in direzione generale è arrivata una lettera anonima firmata da un sedicente funzionario amministrativo il tema appalti e forniture è tabù, nonostante l’inchiesta interna, disposta dall’allora direttore generale Rubino Grieco, abbia appurato che è tutto in regola. In quegli stessi giorni l’altra inchiesta, quella del pm Woodcock, cominciava a prendere corpo. Il telefono cellulare del dottor Luigi Martino, direttore del dipartimento di medicina nucleare, viene monitorato. Tra le telefonate di lavoro ci sono quelle del suo collega Alessandro Fe’. Lavora anche lui al dipartimento di medicina nucleare e ha il telefono intestato a una società: la Arsan Srl, sede a Potenza e una donna come amministratore unico. Si chiama Carmela Bochicchio e secondo gli investigatori è la convivente del dottor Fe’. «La società Arsan Srl – si legge nei documenti della procura che il Quotidiano ha potuto vedere – esercita l’attività di commercio all’ingrosso di arredamenti di radiologia, anestesia, sala operatoria, laboratorio di analisi, apparecchiatura per diagnosi e terapia e attrezzature per laboratori di analisi». Gli agenti della quarta sezione della Squadra mobile di Potenza, quella specializzata nei reati contro la pubblica amministrazione, hanno acquisito informazioni. Risultato: tra il 2003 e il 2008 la Arsan Srl ha effettuato forniture all’Ospedale San Carlo per sei milioni di euro. Come il dottor Fe’ anche il dottor Martino ha in famiglia una persona che si occupa di forniture ospedaliere. E’ sua moglie, Ersilia Pisanti, «proprietaria – secondo gli investigatori – della Paramedical Srl». «Attività info investigativa», la chiamano i poliziotti. «Sono emersi – sospettano – rapporti di dubbia natura tra la Paramedical e l’azienda ospedaliera San Carlo». E’ preoccupato il dottor Martino. Hanno chiamato sua moglie in procura e lui vuole capire «tecnicamente» cosa sta accadendo. I poliziotti ascoltano una sua telefonata con l’ex capo della Squadra mobile di Potenza Luigi Grimaldi. Ora lavora anche lui al San Carlo, come funzionario amministrativo. Grimaldi: «Pronto? Hey, Gigi». Martino: «Hey…». Grimaldi: «Caro, come stai?». Martino: «Ma tu sei in vacanza o stai a…». Grimaldi: «No, io sto in ufficio in questo momento». Martino: «Oh madonna mia… ti dovessi stancare?». Grimaldi: «Vado venerdì in vacanza… l’ultimo giorno è venerdì. Tu dove stai?». Martino: «Io sono sulla rotta…». Grimaldi: «Sulla rotta tu? E il fisico?». Martino: «Solo io e il fisico sulla rotta… Potenza-Salerno». Grimaldi: «Perfetto». Martino: «Senti, ti devo chiedere un’informazione tecnica». Grimaldi: «Dimmi». Martino: «Allora, oggi è stata sentita anche mia moglie…». Grimaldi: «Sì…». Martino: «Sempre da quel signore…». Grimaldi: «Senti, scusa, ti posso richiamare un attimo, tra un minuto? Ti richiamo io». Martino: Va be, ok, grazie. Ciao».
Il dottor Martino si giustifica così con il suo superiore: «La signora Bochicchio e la signora Pisanti sono entrmbe proprietarie di ditte che vendono o rapresentano prodotti e attrezzature sanitarie. La prima a Potenza, la seconda in provincia di Salerno. Non mi è dato sapere cosa fornisce e a chi la signora Bochicchio che, compagna del mio collaboratore dottor Fe’, conosco solo sul piano personale ma non professionale in quanto non distribuisce prodotti per la medicina nucleare. Se, però, nel mio reparto si usano o si sono usati deflussori commercializzati dalla signora sarà facile verificarlo dai tabulati della farmacia dell’ospedale ma, comunque, se un prodotto è disponibile nella nostra farmacia sarà stato aggiudicato con regolare gara». L’inchiesta interna porta un numero di protocollo riservato: «Ris numero 138 del 5 gennaio del 2008». Il dottor Rubino Grieco, direttore generale facente funzioni, scrive al dottor Martino: «Ho avviato una verifica amministrativa interna sulla regolarità delle procedure e delle attività. Al termine dell’istruttoria avviata, per completezza di informazione, trasmetto copia dei verbali relativi all’indagine, trasmessi, per analoga ragione, alla competente procura della Repubblica». La commissione d’indagine si riunisce più volte. Acquisisce la documentazione e analizza delibere e fatture dei prodotti acquistati dalle ditte Paramedical e Arsan. Ecco le conclusioni: «La commissione, a seguito dell’analisi documentale effettuata, non rileva la necessità di acquisire ulteriore documentazione, non ritiene di dover audire personale per l’acquisizione di ulteriori informazioni, conclude che dall’esame non si evincono elementi avvaloranti i contenuti dell’esposto». E soprattutto, secondo la commissione d’indagine, «la Arsan non ha fornito all’azienda ospedaliera strumenti elettromedicali per la unità operativa di medicina nucleare». Discorso chiuso. L’inchiesta di Woodcock, invece, è ancora in corso.
f.amendolara@luedi.it

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