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di SARA LORUSSO
Non ha dimenticato di ringraziarlo, l’attuale assessore alle Attività produttive, Gennaro Straziuso, durante l’approvazione degli ultimi due provvedimenti in consiglio regionale, Piano turistico regionale e le Strategie per la ricerca e l’innovazione. E lui che ne è stato il predecessore, ricambia e decide di analizzare il percorso dell’attività amministrativa che ha portato a questi risultati. Vincenzo Folino, democratico “doc”, si concede un passaggio, dopo essere intervenuto a lungo in aula. Tra i banchi, proprio sul piano turistico, aveva richiamato la «presa di posizione forte» delle dimissioni dall’esecutivo di alcuni mesi fa e quello che riteneva un mancato rispetto proprio «della legge di istituzione dell’Apt, che è una legge – aveva detto – che prevede una promozione integrata».
Ma perché sono così importanti questi due provvedimenti?
«Sono altri due tasselli di un progetto complessivo avviato tempo fa e che con l’operato di Straziuso e del dipartimento sono stati portati a termine».
Quale il punto di partenza?
«Ho sempre lavorato cercando di mettere al centro le imprese lucane. E le nuove strategie per l’innovazione e la ricerca si inseriscono nel solco dei provvedimenti messi in piedi sulla competitività. Le imprese lucane hanno bisogno, oltre che della possibilità di un’adeguata capitalizzazione e di accesso al credito, anche di un approvvigionamento di innovazione».
E’ questo che vuol dire sviluppo dell’innovazione?
«Le imprese lucane hanno necessità di poter acquisire prodotti di ricerca da utilizzare a proprio vantaggio. In quest’ottica si inserisce l’intesa siglata tra la Regione e Area Sciece park di Trieste, una struttura pubblica che può analizzare le esigenze del tessuto imprenditoriale lucano, come della singola impresa e contemporaneamente fornire un catalogo di soluzioni. Ma la stessa struttura può anche mettere in “vetrina” l’offerta scientifica e tecnologica prodotta in Basilicata e che dunque può essere richiesta anche fuori dai confini regionali».
Sta parlando di collaborazione tra le parti?
«Il concetto è quello di fare rete. Le imprese vengono messe al centro della relazione tra il sistema produttivo e quello scientifico che in Basilicata può contare su soggetti da valorizzare, a partire da Unibas, Enea, Cnr, Asi. L’obiettivo resta quello di rafforzare e qualificare la ricerca industriale e il suo sviluppo sperimentale, con la messa a sistema dell’intera filiera dell’innovazione (Quattro i settori principali su cui indirizzare gli investimenti: osservazione della terra, energie rinnovabili, mobilità, agro-biotech, ndr)».
La scelta dei settori ha sollevato alcune critiche di Confidustria..
«Comprendo ogni dubbio, ma credo pure con maggiore forza che sia importante partire, con strategie e risorse. Poi, se dovessero giungere nuove domande in altri settori rispetto a quelli indicati, nulla vieta che la strategia possa essere modificata».
Perchè il sistema lucano sembra sempre un passo indietro?
«E’ una falsa apparenza. La nostre imprese propongono livelli di eccellenza spesso straordinari, ma ci sono difficoltà oggettive con cui devono fare i conti. Da un lato la lontananza dai grandi centri del mercato, dall’altro un tessuto orografico che rende difficile la relazione tra quelle stesse “cose buone” che abbiamo».
Sul piano turistico, le critiche riguardavano la redazione.
«Non ci siamo limitati a chiamare grandi esperti che hanno analizzato puntualmente le problematiche del settore, anche raffrontandole con i competitori. C’è stato un confronto, lungo e partecipato, con il tavolo tecnico sul turismo e, direttamente, con gli operatori e i territori. Alla fine proprio il dibattito in consiglio ha mostrato che quella strada andava bene.. Di positivo, c’è la chiamata al protagonismo degli operatori, dei comuni, delle associazioni attraverso interventi da raccordare, per creare servizi e promozione».
Sull’Apt, sono emersi in dibattito alcuni spunti polemici…
«La riforma dell’Apt si riannoda in questo provvedimento che ne eleva le funzioni e affidanda la capacità di recuperare le esigenze e i bisogni espressi dal territorio con l’operatività raccordata con i vari dipartimenti regionali».
A iter finito, non si è mai pentito delle dimissioni dall’esecutivo?
«No, sono dispiaciuto, ma contemporaneamente sono soddisfatto perchè i provvedimenti sono andati avanti. No, non sono pentito. Ho continuato a fare la mia parte da soldato semplice. E forse gli accadimenti che si sono succeduti ai recenti risultati elettorali hanno dimostrato che avevo ragione».

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