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Confesso che la sera della presentazione della mia raccolta di poesie dal titolo “le parole che nascono dalla terra” a S.Onofrio, nel vibonese, presente il Cavaliere Pippo Callipo, premiato quale imprenditore eccellente calabrese, avrei voluto porgli qualche domanda circa la sua candidatura a presedente della Regione. Candidatura che avevo pronosticato in tempi non sospetti alla presenza di alcuni suoi collaboratori, io che pur non vivendo in calabria, ne seguo le vicende con passione. Confesso inoltre che scendere in campo, nella cosa pubblica, è qualcosa che mi angoscia, soprattutto se il probabile protagonista è un imprenditore, al quale, più d’ogni altro viene chiesta una sintesi tra la sua cultura imprenditoriale ed il bene comune. Di Pippo Callipo mi piace la sua schiettezza, oltre alle capacità imprenditoriali che pongono sullo stesso piano risorse umane e aziendali, patrimonio inscindibile. Chiedo, ponendo l’attenzione alla cosa pubblica, quale è la sua visione circa la sanità calabrese, sanità che offre un numero di gran lunga superiore di posti letto ospedalieri, o servizi ambulatoriali specialistici rispetto ad altre regioni, e nello stesso tempo ha uno dei più alti tassi di convenzioni private rispetto alle altre regioni.
Chiedo quale è la sua visione rispetto allo sconquasso ambientale regionale (vedi depuratori, inquinamento marino, incendi boschivi pur avendo la calabria il primato di personale occupato in ambiente forestale).
Chiedo come si pone, infine, rispetto ai mega progetti infrastrutturali (mi riferisco alla Salerno Reggio Calabria, eterno buco nero che ha solo il pregio di sventrare e consumare come un verme solitario enormi risorse; mi riferisco anche al ciclopico progetto del Ponte sullo Stretto, meglio detto ponte dell’inganno). Queste ed altre, le domande che si sentirà porre Pippo Callipo durante il percorso che ha deciso di intreprendere.

Salvatore Spanò, Genova

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