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PROVE CONTRARIE non ne abbiamo, ma la sensazione comune, commentando a mente fredda Potenza-Ravenna, è che se Capuano avesse ordinato il cambio risultato decisivo nel secondo tempo (Anderson per Polani), probabilmente il Potenza si fregerebbe di altri due punti in classifica. Ma, ripetiamo, prove contrarie non ne abbiamo e, alla lunga, se si considerano le occasioni avute da De Cesare (traversa compresa) e da Aquino, quando è stato l’esempio dell’egoismo e non ha servito il compagno meglio piazzato di lui, Capuano la partita la poteva vincere lo stesso. Appunto, nonostante abbia dovuto correggere in corsa una squadra che, segnato il vantaggio al primo vero tentativo, ha regalato campo agli avversari, finendo per concedere molto, in termini di occasioni, pareggio compreso. Ribadendo il concetto che con i se e con i ma non si fa la storia, forse poteva essere il giorno di Giannusa che, al tirar delle somme, è il bocciato di giornata. O anche il momento di vedere in campo per più minuti Anderson che, sia pure a ritmi blandi, ha restituito ordine a centrocampo favorendo anche la crescita di Catania, sacrificato nella posizione iniziale di centrocampista centrale per tutto il primo tempo. Ma Capuano, al quale va concessa massima fiducia, vive lo spogliatoio meglio di tutti e oggi, potendo tornare a parlare dopo la squalifica, in conferenza stampa spiegherà i motivi della scelta iniziale. Così come sarà curioso percepire quali correttivi proporrà, per la trasferta di Terni, in casa della capolista del campionato, a una difesa che ha subito finora tre tiri in porta e tre gol. Francamente, vista l’attenzione con la quale il tecnico lavora nella “fase difendente”, non ce lo saremmo aspettati. Qualche urlo volerà alto, ne siamo certi, anche perchè le segnature patite con Andria e Ravenna sono state assai simili tra loro.
Fatto sta che di una cosa si può stare certi: il Potenza gioca. In passato un 1-1 in casa avrebbe gettato nello sconforto tutti. Quest’anno la musica è cambiata.

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