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di ANTONELLA CIERVO
ROSSELLA MONTEMURRO
OTTO anni dopo il terribile schianto di due aerei contro il World Trade Center di Manhattan a New York, il mondo vive ancora sotto lo scacco del terrorismo internazionale con una consapevolezza: la sicurezza pubblica è sempre a rischio. Anche Matera, nove anni fa, visse il timore che i connazionali negli Stati Uniti fossero stati inghiottiti dalle macerie dei due grattacieli. Per fortuna non fu così ma, ancora oggi, molti di loro ricordano i primi momenti in cui il mondo assistette impotente alle immagini della più grande potenza del mondo messa in ginocchio dal terrorismo islamico armato da Bin Laden, ancora oggi ricercato numero 1.
Il ricordo di quegli attimi è ancora oggi vivo nelle parole di molti esponenti della vita cittadina, della politica e della cultura di Matera e tra i rappresentanti delle forze dell’ordine.
Nel loro racconto c’è insieme al terrore, la consapevolezza che da quel giorno tutto sarebbe cambiato e che le loro vite avrebbero seguito gli eventi della storia.
Emilio Nicola Buccico, sindaco: «Stavo guardando la tv e osservai lo spettacolo terribile in televisione che mi colpì molto. Sono sempre stato un grande ammiratore del senso di affermazione di volontà del popolo americano e mi rimarrà sempre impressa nella memoria la seconda colonna di fumo che si alzò dopo il secondo attentato, mentre pensavo di essere stato su quei grattacieli solo due anni prima. Fui subito consapevole che sarebbe stato l’inizio di un nuovo modo di stabilire rapporti di forza nel terrorismo internazionale e purtroppo questa battaglia non è stata ancora vinta».
Angelo Tortorelli, presidente della Camera di Commercio: «Sono ricordi che non si possono cancellare. Ero al lavoro nel mio negozio. Improvvisamente furono interrotti i programmi televisivi e con stupore e incredulità apprendemmo la notizia. Sulle prime, lo ammetto, ero pronto a scommetterre che si trattasse di uno scoop pubblicitario di pessimo gusto. Con il passare dei minuti, però, mi rendevo conto che era tutto vero. E’ un giorno che ha cambiato il mondo non solo a livello storico e per gli equilibri politici, ma anche nelle nostre coscienze, portandoci ad una profonda maturazione interna».
Franco Stella, presidente della Provincia: «Uscii di casa, come tutti i giorni e accesi la radio che in quel momento descriveva quell’avvenimento terribile e ascoltai subito dopo le altre notizie che davano ulteriori aggiornamenti sul secondo aereo abbattuto. Stava succedendo qualcosa di terribile, di epocale, colpendo l’America in quella forma terribile e violenta . Ho avuto la sensazione che fosse la fine del mondo. Da quel momento è cambiato il nostro modo di vivere, è aumentata la diffidenza. Oggi, spero soltanto che il mondo volga a qualcosa di meglio».
Emanuele Franculli, comandante provinciale dei vigili del fuoco: «Quello dell’11 settembre 2001 è un ricordo ancora forte perché è stata una tragedia che ha colpito in modo particolare i vigili del fuoco, con oltre 300 vittime. Stavo effettuando un sopralluogo presso uno stabilimento industriale nella provincia di Potenza. Siamo rimasti sconvolti, abbiamo immediatamente seguito l’evolversi della situazione. Nei giorni successivi, il comportamento dei vigili del fuoco americani ha rinsaldato la nostra unione in nel mondo. Da quel momento tutto è cambiato, anche nell’impostazione del nostro lavoro sono intervenute nuove problematiche, quelle ad esempio riguardanti le armi utilizzate dai terroristi. Le armi nucleari, biologiche, chimiche hanno indubbiamente cambiato il nostro modo di lavorare con nuovi mezzi e dispositivi».
Annamaria Patrone, direttrice del museo Domenico Ridola: «Mi è rimasto impresso il contrasto tra le foto scattate qualche mese prima con tutta la famiglia, davanti alle Twin Towers, e le immagini angoscianti trasmesse in tv. Quel pomeriggio ero a casa con i miei figli, sono stati loro a darmi questa terribile notizia. Avevano acceso la televisione, e hanno detto “Mamma è scoppiata la guerra”. Eravamo ammutoliti dall’orrore. E’ una cosa che sembra ancora oggi un incubo, di quelli peggiori. Ad amplificare l’angoscia, l’orrore, il fatto che noi eravamo materialmente stati lì poco tempo prima».
Tenente colonnello Domenico Punzi, comandante provinciale dei carabinieri: «L’11 settembre 2001 ero a Potenza, comandavo il reparto operativo. Quando è stata data la prima notizia su questo feroce e vile attentato alle Torri Gemelle ero nell’ufficio del comandante provinciale, aveva la televisione accesa sul Televideo. La cosa ci lasciò un po’ perplessi perché, anche se siamo del mestiere, lasciava presagire scenari futuri disastrosi. Abbiamo subito pensato a quello che sarebbe potuto accadere dopo. Un pensiero è andato alle vittime, ancora non si sapeva quante fossero. Poi iniziarono tutte le misure per la sicurezza nazionale, per contrastare eventuali effetti dal punto di vista di attentati per l’Italia».
Carmelo Gugliotta, Questore di Matera: «E’ un fatto tragico che ha cambiato la nostra vita. Ero a Reggio Calabria, al lavoro, in quel periodo ero capo di gabinetto della Questura. Sulle prime pensavamo non fosse vero. Abbiamo capito, però, che ormai non si è più sicuri a casa propria. Per quanto riguarda il mio incarico è stato necessario modificare l’organizzazione delle misure di sicurezza passive, non solo nei nostri uffici ma anche in generale nelle strutture pubbliche».

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