X
<
>

Condividi:
1 minuto per la lettura

«Non bastano dichiarazioni dei pentiti e non servono strumenti eccezionali, perchè si possono sfruttare strumenti già approntati per altre emergenze».
Questo il pensiero della comunità dei ricercatori delle scienze del mare del Miur (Ministero università e ricerca) che rappresenta «per il Governo una ricca opportunità di conoscenza nelle indagini sulle navi dei veleni».
E’, infatti, dicono i ricercatori, già in corso una mappatura morfo-batimetria ad alta risoluzione e cartografia degli elementi di pericolosità dei fondali marini italiani che porta il nome di progetto Magic (magicproject.it) voluto e finanziato dalla Protezione civile e coordinato dal Cnr con la partecipazione di Ogs (Istituto nazionale di oceanografia e geofisica sperimentale) e Conisma (Consorzio interuniversitario per le scienze del mare).
«Non mancano – proseguono – gli strumenti di conoscenza ma basta coordinarli: l’Italia dispone di 3 importanti navi da ricerca oceanografica, più altri mezzi minori: l’Explora dell’Ogs, l’Urania, del Cnr e l’Universitatis del Conisma, tutte in grado di evidenziare e mappare relitti ad alte profondità, finora sconosciuti e di individuarne le eventuali pericolosità».
In particolare, il Conisma ha già collaborato recentemente con l’Arpa Calabria nell’individuazione degli affondamenti delle cosiddette ‘navi a perdere’ di cui sembra disseminato il mare calabrese. La ricerca di un relitto sul fondo marino si articola in fasi diverse, dall’individuazione di target sul fondo marino tramite mappature ad alta risoluzione all’esplorazione con indagini acustiche fino all’ispezione del relitto e dei materiali contenuti.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE