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di MICHELANGELO FERRARA «NON vi sarà nessun licenziamento e nessuna procedura di mobilità. Qui non è arrivata una cooperativa che come primo atto tagli le teste del personale». A dichiararlo è Tino Cesari vice presidente di Coop Estense, nel corso dell’incontro che si è tenuto nel pomeriggio di ieri negli uffici della Regione Basilicata per discutere sul futuro occupazionale dei lavoratori Carrefour che dal 12 ottobre passeranno alle dipendenze di Coop Estense. All’incontro erano presenti i segretari provinciali Marcella Conese della Filcams Cgil, Eustachio Gaudiano della Fisascat Cisl, Filippo Viggiani della Uiltucs Uil con le Rsu aziendali, gli assessori regionali Enzo Santochirico, Gennaro Straziuso, Franco Stella presidente della provincia, Donato Scavone presidente della lega Coop di Basilicata, il consigliere regionale Pasquale Di Lorenzo e i consiglieri comunali Adriano Pedicini e Corrado Arfò. In rappresentanza di Coop Estense Edoardo Laccu direttore del personale e Gianni Pepe futuro direttore dell’Ipermercato di Venusio. Sul tavolo le preoccupazioni dei dipendenti che hanno spostato il presidio da piazza Vittorio Veneto dinnanzi alla sede della Regione. «Questa è una fase di conoscenza precisa delle prospettive della cooperativa – ha detto Enzo Santochirico – in cui chiediamo a Coop Estense di prendere sul serio l’interlocutore». Un incontro quello di ieri che anticipa quello fissato per il 22 a Roma.
Dopo aver rassicurato i lavoratori sul futuro occupazionale Tino Cesari ha illustrato il progetto affermando che «la cooperativa si sente parte integrante del territorio e con questo
spirito affronta le tematiche preoccupandosi in primo luogo di applicare a tutti i dipendenti il contratto nazionale Coop e il contratto integrativo aziendale, nella consapevolezza di tutti che vi sono situazioni che vanno modificate nelle forme organizzative perché non c’è un negozio che può operare autonomamente senza una politica aziendale. Coop – continua Cesari -ha un modello organizzativo diverso e quindi bisogna introdurre delle modifiche per quelle figure diverse dal nostro modello organizzativo. Tra qualche giorno parleremo di cooperatori con ruoli diversi perché abbiamo inteso questa terra come di sviluppo e non di conquiste con una valorizzazione delle risorse in una logica di collaborazione per non incorrere in una alternativa in cui il lavoro rischia di non esserci». Un accordo nazionale siglato nel mese di luglio che sarà reso concreto con le realtà territoriali e che dovrà tenere conto anche degli investimenti in attrezzature e formazione di personale. I segretari provinciali mostrano perplessità sull’accordo che prevede un’organizzazione del lavoro fondata su una semplificazione dell’organico attualmente impiegato, un abbassamento dei livelli di inquadramento, un’interscambiabilità di mansioni, l’introduzione di flessibilità di orari e turni e, soprattutto, attraverso l’impiego quasi esclusivo di personale assunto a tempo parziale per un massimo 24 ore settimanali per poi collocare i lavoratori in Cigs (cassa integrazione guadagni straordinaria) e fare nuovi assunzioni. «Il modello Carrefour che al Sud aveva un costo del lavoro superiore del 40% e che poi ha disdetto i contratti collettivi nazionali di lavoro e quelli integrativi non rientra nel nostro modo di garantire il lavoro. – spiga Edoardo Laccu direttore del personale Coop Estense – I livelli occupazionali di Matera sono difficili da garantire in un momento di grande crisi, quindi bisogna ricondurre il costo del lavoro negli standard di Coop senza divario tra Nord e Sud e senza avviare le procedure di mobilità». Parole “confortanti” che non rassicurano i lavoratori visto che le bocche sono cucite sui numeri del ridimensionamento, rinviando il tutto ad un tavolo tecnico.

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