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di ANTONELLA CIERVO
Erano nascoste dietro aranceti nei quali gli uomini della brigata di Metaponto della Guardia di Finanza immaginavano di scoprire braccianti clandestini. Invece l’11 settembre scorso, dietro teloni nuovi di zecca, sono apparse 6543 piante di “cannabis indica”, dell’altezza di circa 2 metri. Nel terreno vicino, intento a lavorare nei campi, c’era Leonardo Troiano, 41 anni incensurato, figlio dell’intestataria dell’azienda agricola bernaldese, in località Bufalara, in cui la Finanza ha trovato anche 125 kg. di marijuana già essiccata, custoditi in un casolare utilizzato come laboratorio.
L’uomo è stato arrestato per produzione e traffico di stupefacenti e si trova nel carcere di Matera a disposizione del pm, Annunziata Cazzetta che comunque ha già confermato il fermo. L’inchiesta è coordinata dal gip Angelo Onorati.
Con ogni probabilità Troiano aveva deciso di mettersi in affari come produttore, per rifornire le organizzazioni di regioni vicine che utilizzano la Basilicata e il Metapontino, in particolare, per veicolare quantità di stupefacenti destinate in gran parte al mercato pugliese. Il valore della droga sequestrata, come ha sottolineato il comandante regionale, generale Gaetano Barberi nel corso della conferenza stampa che si è tenuta nella sede del comando provinciale di Matera, «è il più consistente mai effettuato in Basilicata: quasi 4 milioni di euro, pari a 750 mila dosi al prezzo sul mercato di 5 euro ciascuna. Il servizio è il prodotto di un’attività di controllo poliziesco sul territorio che la Finanza prosegue senza sosta – ha aggiunto – anche sotto il profilo della manodopera irregolare e che nell’ultimo anno ci ha consentito di sequestrare sull’intero territorio lucano 4 kg di marijuana».
Nell’operazione è stata denunciata a piede libero una persona, attualmente ricercata, coinvolta a vario titolo e titolare di uno dei due mezzi sequestrati (un furgone e un fuoristrada). La struttura, (all’interno della quale gli uomini delle Fiamme Gialle hanno trovato anche una bilancia, due telefoni cellulari, 90 sacchi di plastica, 10 rotoli di nastro adesivo, 5 binz per la raccolta di prodotti agricoli, un atomizzatore per la concimazione e 4 teli) era dotata di impianti tecnologicamente avanzati in grado di garantire un prodotto qualitativamente attraente per gli acquirenti. L’operazione “Green house”, illustrata ieri alla presenza anche del capitano Ugo Michele Ciocia e del luogotenente Lucio de Stefano, ha portato allo scoperto una piantagione perfettamente suddivisa su otto arcate in cui le piantine, che crescevano da marzo scorso, si stavano sviluppando rigogliose.
L’attività messa in piedi avrebbe segnato una svolta significativa nell’ambiente legato al traffico di stupefacenti e alla produzione. Ne emergerebbe così uno scenario in cui le piantagioni di contrada Bufalara, affidate alle cure di Troiano per garantire guadagni sicuri, avrebbero potuto accreditare un nuovo gruppo di “produttori” sul mercato.
«Le prove a carico di Troiano – ha aggiunto il colonnello Antonio Luongo, comandante provinciale – erano talmente evidenti da giustificare il suo arresto. Il controllo del territorio che ha condotto a questo straordinario risultato – ha aggiunto – prende le mosse dalla lungimiranza degli uomini che hanno controllato l’area dalle circolari del comando generale che puntano su queste attività capillari».

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