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di ANGELA PEPE
TRAMUTOLA – Un filo invisibile di dolore ha unito ieri mattina la comunità tramutolese per l’ultimo addio al tenente Antonio Fortunato e agli altri cinque militari italiani. Per due ore, dalle 10 alle 12, Tramutola, il paese dove Antonio è cresciuto, si è fermato. Un silenzio assoluto ha preso il sopravvento. Bandiere a mezza asta, sui balconi lo sventolio del tricolore. Chiusi i bar, negozi, ogni attività è stata sospesa per rendere omaggio al «gigante buono che ha dato la vita per la giustizia e la pace del mondo». Un grave lutto – come recitano i manifesti dell’amministrazione comunale affissi sui muri del paese – che ha colpito non solo la comunità tramutolese ma tutta l’Italia. Un addio doloroso a quel giovanotto che “amava le scampagnate”, a quel ragazzo che da adolescente adorava scorazzare con la sua moto, al militare che amava il suo lavoro. Di lui la sua Tramutola andava fiera, come scritto sui volantini: “Grazie, Tramutola è fiera ed orgogliosa di te”.
Ed è in un momento così doloroso e triste, uniti dalla stessa commozione, che ieri mattina la maggior parte della gente si è ritrovata nel salone parrocchiale a rendere omaggio al giovane parà della Folgore. Prima un’intensa preghiera celebrata dal parroco, Don Michele Palumbo e poi tutti insieme hanno assistito in maniera composita tramite, un maxi schermo all’interno del salone, ai funerali di Stato. «Una persona buona e altruista»: tutti lo ricordano così. «Non aveva mai avuto un problema. Aveva un carattere deciso e schietto – aveva ricordato il suo amico di sempre Vincenzo Ponzio – Di lui mi ricordo la giocosità quando andavamo a fare le scampagnate».
Oggi Antonio lascia la moglie Gianna, il suo figlioletto Martin Antonio, papà Domenico, mamma Rosa, il fratello Alessandro, la sorella Teresa e tutti gli amici e parenti che in alcuni manifesti capeggiati sui muri scrivono: «Non sei andato via per sempre ma solo per una nuova missione, sarai sempre nei nostri cuori , ti vogliamo bene. Ciao Antonio».

A MARSICO NUOVO, L’OMAGGIO DELLA COMUNITA’ ALLA MOGLIE DEL CAPITANO

MARSICO NUOVO – «Oggi è il giorno del silenzio e della partecipazione al dolore». Anche il paese di Gianna Passeri, moglie del capitano Antonio Fortunato, si ferma per l’addio al giovane parà della Folgare e agli altri cinque militari italiani, morti nell’attentato di Kabul.
Una breve e solenne cerimonia davanti al monumento dei Caduti che ha visto la partecipazione di gran parte della comunità marsicana.
Ad officiare la preghiera, Don Leonardo, sacerdote di Marsico che ha ricordato «il sacrificio fatto dai giovani militari per la pace e la democrazia». «Oggi è un giorno – ha detto il sacerdote – del silenzio e di partecipazione al dolore». E per manifestare affetto e solidarietà alla famiglia , l’assessore comunale, Mina Sassano, ha voluto rendere omaggio al parà della Folgore leggendo la preghiera del Paracadutista.
Nel centro marsicano Antonio era stato visto, l’ultima volta a maggio scorso, insieme alla moglie Gianna e al figlio Martin.
Mentre Gianna aveva trascorso quasi tutta l’estate nel centro valligiano per poi ripartire a fine Agosto e riprendere il lavoro da insegnante precaria.
Minuto di silenzio anche al centro Olio di Viggiano, dove lavora il fratello di Antonio, Alessandro. Infatti, circa duecento dipendenti dell’Eni e dell’aziende afferenti alla multinazionale si sono ritrovati sotto le pensiline all’interno del Centro Oli, per dare l’ultimo saluto ad Antonio e ai cinque parà. La salma di Antonio, dopo i funerali di Stato, è stata trasportata a Monteriggioni, frazione di Badesse, un piccolo paese della provincia di Siena, dove risiedeva da più di dieci anni con la moglie e il piccolo Martin. La salma, su richiesta dei familiari, è stata tumulata, infatti, a porte chiuse nel minuscolo cimitero di Uopini.

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