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di ANTONELLA CIERVO
«SIAMO contenti e felici». Cantano così, ignari, i due bambini che giocano all’esterno delle baracche di contrada San Francesco mentre le loro case stanno per essere svuotate di mobili e suppellettili prima di essere abbattute da una ruspa. Non conoscono, i due piccoli, i pericoli dell’amianto, il rischio dell’asbestosi, la malattia che colpisce chiunque viene a contatto con le piccole particelle di questa sostanza. Loro giocano con un rametto mentre intorno tecnici dell’ufficio Patrimonio del Comune, vigili urbani, carabinieri, assistenti sociali e medici volontari attendono di poter entrare nelle abitazioni per lo sgombero coatto. Il Comune, in una nota spiega le ragioni dell’ordinanza: «L’amministrazione comunale – si legge – si è subito attivata per risolvere una situazione di degrado e abbandono in cui versava da anni un’area cittadina che ad ogni modo risulta di proprietà e di competenza dell’Asm. I lavori, come previsto, sono già iniziati e si concluderanno nel più breve tempo possibile al fine di garantire la sicurezza dei cittadini e dei residenti». Saranno sei le famiglie da sgomberare (la prima ieri, le altre a partire da lunedì prossimo, ndr.) da quei caseggiati in cui vivono da 20 anni ambulanti marocchini, le loro mogli e i figli. Cittadini italiani a tutti gli effetti ma, ieri, di nuovo “ospiti” di una città che non sa come accoglierli. Tra di loro anche Siham Guasbi, 15 anni, cittadina onoraria di Matera. Fu l’ex sindaco Mario Manfredi ad attribuirle il riconoscimento per essere stata la prima bambina extracomunitaria nata nella città dei Sassi, nel 1994.
L’atto ufficiale spicca ancora oggi al VI piano del palazzo comunale fra i riconoscimenti a Gorbaciov, e ad altri personaggi del panorama internazionale e della storia contemporanea.
Siham, dovrà immaginare una nuova casa, un altro luogo in cui vivere perchè lo sgombero previsto dall’amministrazione comunale, non prevede una sistemazione per le persone che in quell’area abbandonata vivevano da 20 anni grazie ad una delibera dell’ex sindaco Saverio Acito, all’epoca in cui ospitava la sede dell’Avis.
Mahili Amhed fa il venditore ambulante e, mentre guarda il fermento attorno alla sua e ad altre case, si chiede ad alta voce: «I cattivi non siamo noi. Io stanotte dormirò in macchina perchè non so dove andare».
I suoi vicini di casa sono cittadini italiani a tutti gli effetti, lui ha il permesso di soggiorno «Ho sempre vissuto qui. Perchè ci fanno questo? – si chiede.
Insieme a lui c’è Said Guasbi, il papà di Siham che dice: «Mia figlia è stata nominata cittadina onoraria di Matera e oggi ci lasciano senza casa». Accanto a lui una donna incinta che mostra il certificato medico che attesta la sua gravidanza a rischio. La situazione è difficile ma non esplode in segni di insofferenza.
Lo sguardo è rivolto con nostalgia verso quelle baracche che custodiscono i segni di una vita di sacrifici, di difficoltà, di un’esistenza che dal Marocco ha cercato stabilità in Italia, a Matera. Non è facile per i funzionari del Comune applicare la legge osservando altre persone che lasciano le loro case.
La norma, però, c’è e va messa in atto, come comunicato ai residenti dell’area il 21 settembre scorso. Le due assistenti sociali cercano di individuare soluzioni per i minori ma saranno le famiglie, come hanno chiaramente spiegato i loro genitori, ad occuparsi di ogni necessità, a parte due bambine a cui è stata data ospitalità al sacro Cuore e che ieri hanno dormito, forse per la prima volta in vita loro, lontane dai genitori.
L’area di contrada S. Francesco era assurta alle cronache nazionali avevano hanno denunciato pubblicamente la situazione in cui versava l’area chiedendo al sindaco di prendere provvedimenti.

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