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di GIANNI PITTELLA
La visita del Capo dello Stato nella nostra regione non ha un significato né formale né rituale. Il presidente Napolitano e’ stato il primo, con l’autorevolezza di un grande meridionalista e dall’alto del suo ruolo istituzionale, a lanciare a piu’ riprese in questi mesi di crisi economica e sociale galoppante un monito puntuale e preoccupato sull’affievolirsi dell’iniziativa politica a sostegno del riscatto e dello sviluppo del Mezzogiorno.
Il divario tra Nord e Sud cresce. Il paese sembra aver distolto lo sguardo dalla questione meridionale per decreto ministeriale, sotto l’incalzare di una propaganda secessionista e anti italiana con cui si cerca di imbonire e attrarre, agitando facili soluzioni populiste, un elettorato settentrionale sempre piu’ scontento. Gli esempi sono eclatanti. I fondi per le aree svantaggiate, in totale 23 miliardi di cui 900 milioni ripartiti a favore della Basilicata (appena 54 in piu’ della Lombardia), sono stati in gran parte distolti dai bilanci delle regioni meridionali e usati come un bancomat per tappare i buchi piu’ disparati, dall’Ici prima casa per le dimore di lusso, alle multe per le quote latte. Le manifestazioni per il centocinquantesimo anniversario dell’Unita’ d’Italia erano scomparse dall’agenda del governo e sarebbero state trasformate in piccoli eventi di cornice se non fosse intervenuto con fermezza lo stesso Presidente della Repubblica. L’aumento della disoccupazione nel Meridione a ritmi doppi rispetto al resto del paese, che si va a innestare in una realta’ gia’ drammatica, non sembra preoccupare il governo, mentre il partito della Lega Nord punta alle gabbie salariali con il pretesto tragicomico che nel Sud del paese la vita sarebbe meno cara.
In questo clima, prima culturale e poi politico, la nostra regione, come tante altre aree di eccellenza nel nostro Mezzogiorno, continua a dare segnali di vitalita’ e di efficienza che costituiscono una risorsa e una potenzialita’ per l’intera economia nazionale, se solo li si volessero cogliere e coltivare.
La Basilicata e’ risultata essere la regione del sud Italia con il piu’ alto indice di liberta’ economica davanti anche alla regione Lazio, secondo un dossier redatto dal Centro studi Sintesi di Venezia perche’ capace di offrire un ampio terreno di competizione economica, libero da particolari vincoli burocratici. Un’efficienza che la Regione ha saputo dimostrare anche nell’utilizzo dei fondi strutturali europei.
Ma le sorprese che ci ha riservato quest’anno non finiscono qui. La Basilicata e’ tra le pochissime regioni del Sud a riscattare il proprio basso reddito pro-capite con una qualita’ dell’ambiente che la porta a essere la terza in Italia dopo Trentino e Valle d’Aosta. Insieme alla sua straordinaria capacita’ di produzione agricola, le risorse ambientali e storico-artistica della nostra meravigliosa regione sono molto piu’ di una promessa per l’occupazione e le nostre giovani generazioni, se solo venisse utilizzata con progetti nazionali e interregionali di valorizzazione infrastrutturale e turistica. Ma prima di tutto ora e’ il momento di difendere dala crisi le nostre imprese e il livello di industrializzazione del nostro territorio, faticosamente raggiunto anche grazie al supporto dei fondi aggiuntivi nazionali ed europei. Il Presidente Napolitano trovera’ qui una classe dirigente politica,economica,sociale,e una comunita’ che non mette la testa sotto la sabbia come lo struzzo,che non trascura l’entita’ dei problemi e che sa riconoscere i propri limiti e i propri errori,ma,lungo il sentiero indicato da grandi meridionalisti come Emilio Colombo e Nino Calice,va incontro alle sfide con orgoglio,competenza e dignita’,guardando alla crudezza del presente e sapendo guardare e costruire il futuro.

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