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L’assessore all’ambiente della Regione Calabria, Silvio Greco, a proposito della nave dei veleni ritrovata a largo delle coste calabre, fa appello anche alla comunità internazionale e, in particolare, ai paesi che insistono sul Mediterraneo, e punta anche il dito sull’immobilismo del Governo relativamente alla vicenda: «Non è possibile che non si ponga un problema di così inaudita gravità in Consiglio dei Ministri. Questo è un problema del Mediterraneo perchè bastano tre navi per contaminarne le acque».
Infine, Greco si rende disponibile, a nome delle regione Calabria, «a fornire tutte le informazioni necessario al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che ieri ha sentito telefonicamente il presidente della Regione Calabria Agazio Loiero». Greco, a margine di una conferenza nella sede romana del Wwf ha parlato anche della rimozione del relitto: «Rimuovere la nave è una operazione banale, visto che il nostro paese ne rimuove di continuo anche a tremila metri di profondità». Greco ha anche spiegato che «la nave ha una struttura compatibile con quelle costruite tra gli anni ’50 e ’60. Presenta evidenti squarci a prua che sembrano essere stati causati da una esplosione. Ufficialmente la nave era stata smantellata nel ’92».
Nella conferenza stampa, Greco ha espresso «grande preoccupazione per il silenzio assordante che circonda tutta questa vicenda», pericolosa perchè «il carico della nave ritrovata e delle altre due, che il pentito di mafia aveva detto di avere affondato, basterebbero per contaminare, con il loro carico di nucleidi, tutto il bacino del Mediterraneo».
I SINDACATI
Intanto i segretari regionali di Filcams Cgil, Aldo Libri, Fisascat Cisl, Gianluca Campolongo, e Uiltucs Uil, Caterina Fulciniti, hanno scritto all’assessore regionale all’Ambiente, Silvio Greco sulle tematiche dell’ambiente in Calabria: «Alla situazione già problematica di suo, per usare un eufemismo, dell’ambiente in Calabria – affermano – si sono aggiunte le emergenze: lo sversamento in mare delle stive di una petroliera e la conferma drammatica della possibilità che il mare calabrese sia disseminato di navi con rifiuti ad altissimo rischio. Abbiamo molto apprezzato la sua attività sulle emergenze ambientali calabresi e sulla depurazione, abbiamo registrato incomprensibili ritardi nell’azione governativa per garantire la rimozione delle navi affondate ed una minuziosa indagine su tutta la costa. Tuttavia siamo molto allarmati per lo stato in cui versa l’ambiente in Calabria e certi che si debba intervenire rapidamente e con estrema efficacia ed efficienza già oggi, senza aspettare di essere a ridosso dell’estate».
«E non solo per sanare le emergenze – proseguono i segretari regionali – ma per dotarsi di un piano di risanamento ambientale di cui questa regione necessita. La depurazione in Calabria non svolge bene il proprio compito. Ci sono zone e comuni nei quali si ottengono risultati eccellenti. Però in molti comuni il sistema fognario è obsoleto e l’adduzione degli scarichi agli impianti di depurazione non è sempre garantita. Bisogna verificare la gestione degli impianti depurativi esistenti perchè troppi presentano problematiche che vanno dagli sversamenti di acque non depurate al costante cattivo odore che si diffonde nelle zone circostanti. Altrettanto si può dire del ciclo dei rifiuti, del loro trattamento, della cronica insufficienza della raccolta differenziata, dell’individuazione di discariche ed impianti di recupero dei materiali e di termovalorizzazione, degli stessi modelli di gestione del settore con troppe aziende miste o private che non fanno bene il loro mestiere».
Per i segretari generali regionali di categoria di Cgil, Cisl e Uil «lo stesso ciclo delle acque presenta problemi non indifferenti, a partire dal controllo dei corsi d’acqua, alla loro irregimentazione, al loro uso, al contrasto agli interventi abusivi sui corsi d’acqua, per finire col dato sconfortante che, nonostante la ricchezza d’acqua delle nostre terre, in molte zone della Calabria non è possibile utilizzare le acque pubbliche».
«La sua iniziativa – proseguono i sindacalisti rivolgendosi a Greco – di un confronto e di un lavoro serrato con gli enti locali è, senza dubbio, un buon inizio. Sarebbe il caso di aprire, di concerto con l’assessore al Turismo, un tavolo negoziale con le parti sociali che stanno vivendo una stagione difficile per la contrazione di presenze turistiche e per l’annuncio di una possibile radicale ulteriore diminuzione. Non si può trasformare il turismo da possibile fonte di ricchezza ed occupazione a settore che vive ampie fasce di crisi».

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