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Compie atti persecutori nei confronti di una parente e viene arrestato dai carabinieri in esecuzione di un provvedimento emesso dal Gip del tribunale di Reggio Calabria. Il protagonista della vicenda è un trentaseienne, le cui generalità non sono state rese note, che nel 1998 aveva ucciso la moglie. L’accusa di «stalking» è stata formalizzata nei confronti dell’uomo a seguito della denuncia presentata da una donna, considerata vittima di una vera e propria persecuzione. Le indagini dei carabinieri, coordinati dal sostituto procuratore della Repubblica del tribunale reggino, Sara Ombra, ha scoperto che la vittima, «parente dell’arrestato, è stata nell’arco di alcuni mesi oggetto di continue vessazioni da parte dell’uomo, consistenti in offese anche alla presenza di altre persone, continui pedinamenti, sms, telefonate moleste e pesanti minacce di morte». « Ad una la stanno ancora piangendo e la prossima sei tu», questo il tenore di una minaccia fatta dall’arrestato alla perseguitata. Undici anni fa, l’uomo aveva ucciso la moglie battendole ripetutamente la testa contro un gradino della propria abitazione, reato per il quale era stato condannato ed aveva già scontato nove anni di reclusione ed un anno di semilibertà. L’arrestato è stato associato alla Casa circondariale di Reggio Calabria.

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