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CHE IL POTENZA non sia sereno è abbastanza chiaro. Il penultimo posto in classifica, la crisi tecnica coincisa con l’esonero di Capuano, le difficoltà di un organico inferiore per potenzialità rispetto alle attese della vigilia, le certezze sulla prosecuzione di un’indagine ordinaria della magistratura potentina, ma anche le voci di presunte trattative, ideate-smentite-ipotizzate, per la cessione della società, lo testimoniano ampiamente.
E per i diretti interessati diventa fondamentale ricompattare e ovattare il gruppo, fare chiarezza prima che la situazione diventi irrecuperabile.
Il patron Giuseppe Postiglione ha inteso così scrivere ai tifosi e agli sportivi per fare un bilancio della sua esperienza fatta di successi soprattutto extrasportivi (la saldezza del bilancio e il ripescaggio, su tutti), con il rammarico di essere invece ricordato solo per gli errori commessi.
A Postiglione manca la serenità della scelta, e questo è la prima volta che lo dichiara apertamente, ma ha ancora la forza per rilanciare, chiedendo di tenere distante la squadra da situazioni che esulano dal rettangolo verde.
Una lettera che, nella prima parte, quasi indirizza verso l’abbandono della nave, salvo poi risalire di tono nella consapevolezza che, almeno per il momento, possibilità che possa farsi da parte non ce ne sono per un duplice ordine di motivi: lui non vuole e altri non avanzano proposte serie di trattativa.
Nel frattempo, Postiglione chiede di mettere al bando la destabilizzazione del Potenza che potrebbe portare allo sbandamento, prima di ogni cosa, dello spogliatoio e della squadra, con conseguenze sul piano sportivo nefaste.
Dopo tutto, il primo interesse deve essere proprio quello di preservare la squadra da fattori di “inquinamento” esterni e che possano acuire ancora di più i problemi già abbastanza evidenti che il campo sta mettendo in mostra.

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