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«Io ai domiciliari non ci sto e se mi ci mandate scappo», aveva detto Davide Monti, 28 anni, di Cerva (Catanzaro), tenendo in aula un comportamento tale da convincere il tribunale ad accogliere la richiesta della difesa del giovane di effettuare una perizia psichiatrica su di lui.
E così ieri il giudice Antonio Giglio, davanti al quale si è celebrato il processo per direttissima a carico di Monti, come sollecitato dall’avvocato Alessia Mazza ha stabilito di affidare l’incarico per la verifica medica, che sarà assegnato il prossimo lunedì, per stabilire se il giovane sia capace di intendere e volere – e dunque imputabile -, e se sia capace di stare in giudizio. Intanto Davide Monti si trova in carcere, dopo che lo scorso primo ottobre il giudice ha disposto a suo carico la custodia cautelare.
Anche il pubblico ministero, in quell’occasione, ha chiesto che l’uomo fosse trattenuto in cella dal momento che, da una settimana ormai, i carabinieri non facevano in tempo a riportarlo ai domiciliari che, a distanza di poche ore, dovevano correre a riarrestarlo, dopo le sue solite fughe alquanto rocambolesche.
Davide Monti – ben noto alle forze dell’ordine anche per via di un precedente arresto per incendio boschivo, e fratello del 18enne Danilo, pure arrestato nei giorni scorsi per spaccio di droga -, era finito in manette a fine settembre per danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale, poichè quando i carabinieri si erano recati da lui per un controllo aveva perso la calma, e aveva lanciato contro di loro una serie di oggetti, tra cui una bottiglia di vetro che aveva preso in pieno l’auto dei militari.
Due giorni dopo il giovane era comparso in tribunale, dove si era agitato ancor di più, coprendo di insulti e parolacce il giudice e tutti gli altri presenti in aula, e avvertendo che lui non voleva andare ai domiciliari, ma piuttosto in galera. Il giudice Adriana Pezzo aveva convalidato l’arresto mandando il 28enne proprio agli arresti a casa, e lui, come promesso, la stessa sera era uscito. I carabinieri lo avevano intercettato ed inseguito, per poi arrestarlo per evasione. L’indomani, tornato in tribunale per un nuovo rito direttissimo, a Monti erano stati ripristinati i domiciliari, con suo grande disappunto, e con il nuovo impegno di scappare al più presto.
La sera seguente il giovane è stato beccato ancora fuori casa ed è finito in manette per l’ennesima volta. Alla fine, però, il giudice ha disposto per lui la custodia in carcere.

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