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di PIERANTONIO LUTRELLI
Tutto è bene quel che finisce bene. Tra il sindaco di Pisticci, Michele Leone, e il suo vice, Domenico Lazazzera, è stata sancita nuovamente la pace. Notizia non di poco conto perché sta a significare che questa sera gli “equilibri di bilancio” passeranno in consiglio comunale. Così, anche stavolta è stata scongiurata in extremis ogni ipotesi di commissariamento dell’ente. Infatti, gli “equilibri” sono imprescindibili, la loro mancata approvazione diviene ostativa e costringe la Prefettura a mettere anticipatamente la parola fine sulla legislatura. Pace fatta tra i due significa anche pace fatta tra due gruppi che insieme si riconoscono nel Pdl. Ma pur sempre di due si tratta. Uno si riconosce nelle posizioni del sindaco e l’altro in quelle del suo vice, ma anche del presidente del Consiglio, Giovanni D’Onofrio, candidato in pectore alle elezioni regionali della primavera del 2010. Proprio la voglia di quest’ultimo di ottenere una performance di tutto rispetto a livello di preferenze nel proprio paese, forse, ha finito per fare da collante tra le due rispettive fazioni della maggioranza che si è rimessa in sesto confermando la linea unitaria del Pdl. Si va avanti con il programma e con l’accordo sono state fermate possibili fuoriuscite dal megacontenitore di centrodestra che si vociferavano durante il periodo di “guerra”. Tra queste si è parlato di Leone in procinto di passare nell’Udc. Chiaro che se il primo cittadino non avesse trovato il conforto del suo partito, il Pdl, non sarebbe rimasto. In una situazione dove aveva una parte consistente del partito, diciamo contro, non poteva proprio rimanere. Sono state colmate le incomprensioni di carattere personale, tra il sindaco di Pisticci ed il suo vice? Forse no, ma per quelle ci vuole tempo. Tornando alla tenuta amministrativa, il sindaco Leone per poterla spuntare in Consiglio doveva per forza trovare un accordo politico-personale con quella parte della maggioranza, sempre appartenente al Pdl, a lui più ostile che risponde appunto al duo Lazazzera-D’Onofrio. E non poteva fare altrimenti alla luce del fatto che, compreso il suo, non arriva oltre i nove voti in Consiglio: Leone, appunto, poi Rosa Prezioso, Rosa Panetta, Giovanni Oliva, Mariano Caravita, Giovanni Giannone tutti del Pdl, Paolo Giannasio, Renato Rago e Salvatore Romano dell’Udc. Dall’altra parte, invece, Giovanni D’Onofrio, Nicola Panetta, Josefh Scazzariello, Franco Mazzei, Anna Gallo, Ottavio Panetta e Giuseppe Iannuzziello. Sette consiglieri che sommati ai cinque seggi dell’opposizione Massimo Dimo, Dino Calciano e Rocco Grieco della ex Margherita, Giovanni Mastronardi e Rocco Caramuscio del Pd, per un totale di dodici scranni su ventuno. Molti addetti ai lavori hanno commentato il ritrovato amore nella maggioranza come un “non volersi fare del male reciprocamente che non serviva a nessuno”. In caso di commissariamento infatti, Leone ci avrebbe rimesso tre anni di carica perché il suo mandato elettorale scade a maggio 2012; D’Onofrio, perché, una cosa è fare il candidato con un’amministrazione amica ed un’altra con un commissario neutrale e Lazazzera perché in virtù sua levatura politica e organigrammatica nel Pdl, non voleva passare alla storia come il “killer” del centrodestra pisticcese. Ora si va avanti di sicuro fino alle Regionali, poi si vedrà.

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