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di PIERO QUARTOMATERA – «LA SITUAZIONE è grave ma non seria». Con questa battuta l’assessore comunale alle Politiche Sociali Michele Plati, espressione di quelle liste civiche che si sono sbriciolate con il passare del tempo, ha commentato il momento della politica materana, sottolineando i programmi rispettati soprattutto nel suo settore, la propria fiducia confermata nel vicesindaco Acito con cui ha avviato l’avventura nel 2007 e manifestando anche la propria intenzione di non proseguire in una battaglia diretta nell’agone politico ma di confermare, dall’esterno, il proprio appoggio al Pdl.
Assessore Plati, cosa è successo alle civiche, si aspettava questa situazione?
«Non mi aspettavo la dissoluzione delle civiche, ero convinto che si potesse costruire un’alleanza che, attraverso un programma potesse governare la città.
Il progetto è fallito, bisogna riconoscerlo anche se senza quelle condizioni non saremmo arrivati al risultato. Comunque posso dire, senza esitazioni, che il mio assessorato ha rispettato il programma che si era dato già in campagna elettorale».
Quali sono le colpe in questa crisi? Chi ne è responsabile?
«Non sono in grado di dire per colpa di chi si è fallito, ci sono una serie di scelte fatte. Diciamo che ciascuno è convinto di avere la verità dalla sua parte. Si sono fatte delle alleanze e ciascuno aveva i suoi retropensieri, molti hanno sottoscritto programmi non letti.
Si doveva trovare una formula per riuscire a parlarsi di più, è mancato il dialogo tra tutti i soggetti e mi assumo la mia personale responsabilità».
La presenza di Acito per alcuni è stata la causa della crisi, ma Buccico ha sempre detto di non volerlo mai mettere in discussione. L’avesse fatto sarebbe stato diverso?
«Buccico si è proposto con un trittico (lui-Acito e DiMaggio), si era chiesto un voto ai cittadini su questa triade e in questo senso, in coerenza si è andati avanti. Io ho fatto parte di un quadro politico di liste civiche, bisogna essere coerenti e poi chiederne conto di questo».
Però Di Maggio è uscito dalla giunta molto presto. Come mai?
«Su questo preferisco non rispondere».
Cosa farà in futuro dal punto di vista politico?
«Rimarrò nel quadro della Pdl ma non sarò direttamente coinvolto, nè sarò candidato alle prossime elezioni».
C’è una speranza di sanare questa situazione?
«Non lo so, non so cosa sta succedendo. Il sindaco sta navigando tra la coerenza e la voglia di non buttare via il lavoro fatto. Non so se si riuscirà ad uscire dalla crisi. Certo i segnali sembrano poco incoraggianti».
Ma davvero il mattone ha influito in questa crisi come ha spiegato Buccico?
«Ho la sensazione che il sindaco abbia ragione quando dice questo, però non c’è mai stata una esplicita dichiarazione su questo. Purtroppo siamo sempre ai si dice, nessun si preoccupa di motivare il perchè di questa situazione».
Ma non teme il sacco della città?
«Peggiore di quello che ci è già stato?».
Voi avete fatto una delibera come quella di “Matera 90” nell’ultima giunta prima delle dimissioni. Non le sembra una tempistica inopportuna?
«La città va amministrata, l’alternativa a quello che sembra un decisionismo sospetto era il nulla. Immagino quindi che si preferisca il nulla. Ha ragione chi diceva che “il coraggio della verità intellettuale e la politica sono cose diverse”».
Passiamo ad affrontare le questioni riguardanti le politiche sociali: voi avete prestato grande attenzione al settore, quasi come fanno le giunte di sinistra?
«L’impegno sulle politiche sociali è stato molto serio, si è lavorato per creare un bilancio attento in sinergia con l’assessore Quintano. La giunta si è posta i problemi della città, ha trovato soluzioni non esaustive ma che seguivano il programma».
Quali sono i principali risultati raggiunti?
«Abbiamo innanzitutto spezzato l’idea che è l’assessore che dà il posto di lavoro. Le politiche sociali non sono solo un luogo di ascolto ma danno voce a chi non ha voce. Ma non servono per fare clientelismo. Noi abbiamo eliminato il clientelismo.
Abbiamo creato voucher per servizi sociali, un modo per aprire il più possibile i servizi all’esterno ma con un’opera di controllo degli standard di qualità da parte del Comune».
Come finiranno questi interventi con il vuoto commissariale che incombe?
«Mi sono sforzato di creare un metodo in ufficio, devo dare atto alla dottoressa Giovinazzi e all’ufficio che hanno colto la sfida di immaginare una progettazione diversa».
E di Matera che sarà nei prossimi mesi?
«Me lo sto chiedendo anch’io, la mancanza di governo si sentirà. Vedremo come, ma questo è ciò che ora più mi preoccupa».

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