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SUD, L’INGANNODI TREMONTI
di FRANCO LARATTA
Il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, ha finalmente trasformato in proposta di legge la sua idea di dare al Sud una banca. Una banca tutta sua. Una banca come la vecchia Cassa di Risparmio, il vecchio Banco di Napoli. Come sono finite quelle vicende, e quanto sono costate allo Stato, è storia ormai scritta. Ma non si capisce chi gliel’abbia chiesto a Tremonti di dare vita a questa banca. E nemmeno è chiaro fino in fondo come e da chi sarà gestita, quali risorse avrà a disposizione, quali i veri obiettivi (che non sono quelli scritti nella proposta di legge). Nessuno dal Sud ha mai più sentito il bisogno di avere una propria banca. Evidentemente ne sentono il bisogno al Nord. E vedremo il perché. Intanto c’è a dire che proposte del ministro Tremonti per il Sud tradiscono ancora una volta la duplice veste di questo governo: federalista al Nord, con ampia autonomia fiscale per le regioni amiche, che potranno trattenere la maggior parte delle proprie risorse sul proprio territorio; centralista al Sud, dove le risorse territoriali sono poche, ma sono cospicui gli interventi comunitari e nazionali (Fondi Fas 85% al Sud, 15% al Nord) e rilevanti le somme risparmiate dai lavoratori e pensionati. Insomma, se non può controllare la spesa sul territorio, assieme agli amici della Lega, il Governo di destra propone di accentrare tutte le risorse del Mezzogiorno in organismi statali: 1. ai Cnr i Fondi Europei, oramai rimasti gli unici fondi gestiti dalle Regioni, visto che i Fondi Fas dopo essere stati saccheggiati, sono stati sbloccati – dopo due anni – solo agli amici della Sicilia; 2. alla Banca del Sud (nuova Cassa per il Mezzogiorno), i risparmi di una vita dei meridionali, così da poter coprire i buchi delle banche del Nord, visto che i miliardi di euro provenienti dalle nostre tasche e finiti nei Tremonti-Bond non sono bastati; 3. alle Grandi Opere le risorse dello Stato, considerato che tra le grandi opere vi sono il Ponte sullo Stretto (essenziale alla crescita del Sud, secondo l’attuale Governo) e la Salerno-Reggio Calabria, finanziata a spizzichi e bocconi, il cui completamento oscilla tra il 2015 ed il 2100, a seconda delle elemosine date o prese all’Anas dal nostro Tremonti, ma non la statale 106, la 18, la sgc 107, le Ferrovie nel Sud, la banda larga, i porti, le bonifiche, le navi affondate con rifiuti tossici, gli interventi per la legalità e la sicurezza; 4. alle imprese zone a burocrazia zero, zone cioè che eliminino del tutto le strategie di sviluppo regionali e permettano ai cittadini ed alle imprese di costruire ciò che vogliono senza il fastidio di controlli sulla liceità dei capitali e delle iniziative proposte, senza considerare che questo governo delle libertà non è ancora riuscito a realizzare nulla sulla promessa di “un’impresa in un giorno”, cavallo di battaglia della campagna elettorale e caduto nel dimenticatoio nonostante i proclami di Brunetta di una pubblica amministrazione meno assenteista ma non per questo più efficiente. Insomma, vorremmo riproporre di assegnare a Tremonti il Nobel per l’Economia per aver portato avanti con caparbietà e convinzione la divisione dello Stato italiano in un Nord ricco, autonomo e federalista, e in un Sud, povero, straccione, incapace e finanziatore del pingue Settentrione. Per avere inoltrato dirottato tutte le risorse destinate al Sud alle regioni del Nord, dove saranno realizzate tutte le grandi opere dei prossimi anni, mentre a noi rimane il miraggio di un Ponte inutile e costosissimo, mentre le regioni del Sud rischiano il collasso ad ogni temporale. Il Nobel per l’Economia, il nostro ministro lo merita davvero per avere pensato e, probabilmente realizzato davvero, una banca tutta per il Mezzogiorno, un istituto di credito che salverà l’economia del Sud, darà risorse finanziarie a tutte le le imprese, abbatterà il costo del denaro, faciliterà l’accesso al credito per giovani e disoccupati, famiglie e aziende in crisi, promuoverà i nostri prodotti nel mondo, sarà il veicolo fondamentale per attrarre risorse e investimenti da ogni parte. Complimenti signor ministro, il Sud aveva veramente bisogno di una banca. Di una banca tutta sua!

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