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«ED infatti l’uomo solitario e taciturno, in mezzo al paesetto incantato e ancora per incanto, fece un giorno sorgere un grande albergo multicolore che fu detto e ancora oggi si dice grande albergo delle fate. Era per le fate che non vedute lo avevano aiutato a compiere il miracolo», (da: “La favola” di Giuseppe Casalinuovo).
Quel leggendario albergo immerso nel verde della Sila catanzarese fu, agli inizi degli anni Sessanta, un sorta di “buen retiro” di nomi blasonati del jet set cinematografico di quel periodo che ancora oggi sono riassumibile con il felliniano “La dolce vita”.
Tanto per rendere l’idea, in occasione di un’edizione del “Festival dei due Mondi” -festival spoletino che per la sezione calabrese era organizzato dal giornalista catanzarese Giuseppe Papaleo – nella cornice della suggestiva struttura alberghiera arrivarono attori del calibro di Sophia Loren, Amedeo Nazzaro, Ted Reno, Aichè Nanà; Eva Bartok, Carlo Croccolo; registi come Cesare Zavattini, produttori come Carlo Conti e non solo.
Stiamo parlando del “Grande Albergo delle Fate” su cui oggi si accendono nuovamente i riflettori grazie ad un sos lanciato dal Settore Cultura del Comune di Taverna, patria di Mattia Preti.
«Lo storico complesso immobiliare situato nel territorio silano di Taverna, costruito nei primi anni ‘30 dalla famiglia Mancuso nell’omonimo villaggio turistico; dopo anni di chiusura, rischia ormai la completa e definitiva distruzione», denuncia il settore Cultura del Comune di Taverna, che lancia un appello alle istituzioni locali e regionali per salvare la struttura.
«Dichiarato bene di notevole interesse architettonico dal Ministero per i Beni Culturali, con Ddr n. 124 del 28 novembre 2007, l’albergo, unitamente a qualche altra costruzione privata – prosegue la nota – è quel che resta tra i ricordi dello splendido Villaggio Mancuso che ospitò negli anni 1950 -‘60 attori come Silvana Mangano e Vittorio Gassman. Unica nel suo genere, la costruzione, interamente sostenuta da strutture ed elementi in legno lavorato e dipinto, costituisce il simbolo della Sila Piccola Catanzarese ma che nell’attuale stato di abbandono, difficilmente reggerà ai prossimi inverni».
L’amministrazione comunale e il settore Cultura del comune di Taverna dunque lanciano un appello alla Regione, al Parco nazionale della Sila, alla Provincia di Catanzaro, alla Comunità montana della Presila catanzarese «per affrontare concretamente il problema sostenendo l’acquisto dell’immobile e salvarlo così dall’imminente distruzione».
L’albergo come detto è monumento storico nazionale, costruito interamente in legno negli anni ‘30 con soluzioni architettoniche ancora oggi modernissime. Da sempre considerato “l’albergo” per eccellenza della Sila è collocato in posizione dominante in un bellissimo parco posto proprio al centro di Villaggio Mancuso.
Trentacinque camere – di cui 9 singole, 5 doppie, 13 triple e 8 matrimoniali – oltre che due bellissime suite e tre appartamenti da 4 posti letto compongono l’offerta recettiva dell’albergo con arredi dal sapore antico e un’atmosfera morbida ed ovattata. Ampia la hall a cui si aggiunge un ristorante da 300 posti e diversi servizi collaterali.

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