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di ROSSELLA MONTEMURRO
Un’incomprensione, un litigio improvviso o una discussione degenerata per motivi economici. Potrebbero emergere ulteriori elementi sulle motivazioni che hanno spinto il grassanese Pasquale Dinisi, quarantenne disoccupato, ad investire con il suo Nissan Suv, nella notte tra mercoledì e giovedì, Jonut Juta, lasciandolo esanime in contrada Zaccardone.
Ieri, nel corso di una conferenza stampa, il comandante della Compagnia dei carabinieri di Tricarico, capitano Giuseppe Prudente e il brigadiere Giovanni Scaramuzzi, comandante interinale della Stazione di Grassano, hanno ricostruito le ore che hanno portato all’arresto per tentato omicidio di Dinisi, già noto alle forze dell’ordine per reati contro il patrimonio e contro la persona.
“E’ stata condotta un’importante attività di indagine che ha avuto caratteristiche di eccellenza. – ha affermato il capitano Prudente – Alle 2,30 di giovedì mattina è giunta una telefonata anonima al 118 che segnalava la presenza di un corpo esanime in contrada Zaccardone, una zona particolarmente impervia, lontana da vie di comunicazione.
I sanitari hanno prestato le prime cure a Jonut Juta, un cittadino rumeno, classe ’79, residente a Grassano, muratore, coniugato con un figlio. Il ragazzo era esanime, privo di conoscenza e presentava numerose escoriazioni al volto e alle gambe”.
Trasportato all’ospedale “Madonna delle Grazie” di Matera, dove è ricoverato in prognosi riservata nel reparto di Rianimazione, il trentenne presentava escoriazioni al volto, fratture al femore, alla gamba destra e altre lesioni interne. Ieri mattina Juta è stato sottoposto ad un intervento chirurgico.
Nelle prime ore di giovedì mattina, dopo l’intervento del 118, è stata immediatamente allertata la Compagnia dei carabinieri di Tricarico. I militari hanno effettuato un sopralluogo nella zona.
“Abbiamo acquisito elementi ascoltando le persone intervenute. – ha detto il brigadiere Scaramuzzi – Sono venute fuori discordanze che hanno diretto le indagini sulla persona che è stata tratta in arresto. La vittima era incosciente e non è stato possibile comparare le notizie”.
La rete di informazioni costruita dalla Stazione di Grassano fra tutti coloro che avevano visto Juta per l’ultima volta ha permesso di valutare le informazioni vere e quelle distorte: in questo modo si è ristretto il cerchio. Juta conosceva il suo aggressore e lo aveva incontrato alcune ore prima, in un locale pubblico.
Dalla ricostruzione dei carabinieri, il trentenne sarebbe stato prima picchiato e subito dopo investito: le escoriazioni sul viso inducono a credere che il muratore sia stato anche malmenato, probabilmente in un luogo diverso da quello in cui è stato lasciato.
“Le prime indagini – ha aggiunto il capitano Prudente – sono state compendiate da un’informativa inoltrata all’Autorità Giudiziaria. Dalle incongruenze riscontrate e dai dati oggettivi siamo sufficientemente convinti di aver chiarito la vicenda. La Stazione dei carabinieri di Grassano da sempre svolge un’egregia attività di controllo del territorio, i militari hanno la capacità di conoscere le persone anche da piccole cose. Su questa vicenda, infatti, in sole quattro ore abbiamo avuto elementi sufficienti a carico di Dinisi ed è tutto merito del personale operante. Un lavoro encomiabile svolto dal brigadiere Scaramuzzi e dal comandante titolare, il maresciallo Giacomo Bello che, nonostante sia in malattia, ha condotto personalmente le indagini ed è stato presente durante le varie attività per spirito di servizio”.
Le indagini sono coordinate dal pm di Matera, Valeria Farina Valaori.

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