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E’ in programma domani il nuovo interrogatorio di Francesco Fonti, il pentito di ‘ndrangheta che ha parlato in più riprese del traffico illecito di rifiuti tossici e scorie radioattive affondati al largo delle coste meridionali. Lo ha confermato il procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, svolgendo una relazione sulle cosiddette «navi dei veleni» in Commissione parlamentare antimafia.
«Fonti, dopo essersi avvalso della facoltà di non rispondere – ha spiegato Grasso – per tornare a deporre aveva chiesto il ripristino del programma di protezione, da cui aveva chiesto di uscire anni fa, ma adesso il suo legale ha chiesto che il suo assistito venga nuovamente sentito» (a farlo saranno i procuratori di Catanzaro e Reggio Calabria).
Grasso non si è sbilanciato sulla attendibilità di Fonti (“noi non facciamo le indagini, le coordiniamo»), ma ha ammesso che «è difficile riuscire a districarsi e fare chiarezza tra tutte le notizie fornite da Fonti, che ha iniziato a collaborare nel ’94, un ventaglio ibrido e non del tutto rilevante dal punto di vista giudiziario di dichiarazioni, verbali, memoriali e interviste. Se domani emergeranno profili interessanti, ne saranno naturalmente messe a conoscenza tutte le altre procure che indagano sui vari aspetti della vicenda».
Intanto durante la notte, se le condizioni del mare lo consentiranno, il rov della nave di ricerca «Mare Oceano» ispezionerà il relitto dell’imbarcazione affondata al largo di Cetraro e che si teme possa contenere rifiuti tossici o radioattivi. Oggi, alla luce delle prime analisi effettuate, il ministero dell’Ambiente ha escluso che l’imbarcazione affondata a 500 metri di profondità nel mer Tirreno possa essere la «Cunsky», la cui presenza era stata, tra l’atro, segnalata dal pentito Francesco Fonti.
Intanto, la Geolab, proprietaria della nave di ricerca, che in un primo momento si era espressa con cautela, in serata ha fatto sapere che, alla luce dei rilevamenti fotoacustici effettuati nella zona del relitto, si può affermare, con un certo margine di sicurezza, che le caratteristiche dell’imbarcazione affondata non sono compatibili con quelli che si rilevano dalle foto ufficiali della «Cunski».

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