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La strage di Carnevale, del 1991, che diede inizio alla faida di San Luca tra le famiglie dei Pelle-Vottari e dei Nirta-Strangio, è stata ricostruita stamani dall’ex comandante della caserma dei carabinieri, Francesco Bonfissuto, attualmente in servizio alla Dia di Agrigento. Bonfissuto è stato sentito dai giudici della Corte D’Assise di Locri nel corso del processo Fehida, scaturito dalla faida di San Luca che culminò a Ferragosto del 2007 nella strage di Duisburg. «Poche ore prima – ha detto Bonfissuto – della strage di Carnevale, il cui bilancio fu di due giovani uccisi e altri due feriti in modo grave, si verificò un acceso diverbio tra alcune persone di San Luca, perchè qualcuno si era permesso di sporcare l’auto di Antonio Vottari». In aula il sottufficiale dei carabinieri ha ripercorso, rispondendo alle domande del pm della Dda di Reggio Calabria Perrone Capano, le indagini svolte dopo la strage di Carnevale e in seguito sfociata, con decine di morti ammazzati, nella faida di San Luca. Bonfissuto ha anche riferito che dopo la strage di Carnevale giunsero nella caserma dei carabinieri alcune lettere anonime, con all’interno scritti i nomi di chi avrebbe ordinato e compiuto l’agguato. Per il consulente Giuseppe Sofia, nominato all’epoca dalla Procura di Locri per analizzare la scrittura delle lettere anonime recapitate ai carabinieri di San Luca, almeno tre erano state scritte dalla stessa mano e verosimilmente da una donna. Il processo è stato aggiornato al 30 ottobre.

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