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POTENZA – Aveva lo sport nel sangue Nicola Martinelli, una passione a tutto campo che spesso, come ricorda chi l’ha conosciuto da vicino, sacrificava il suo lavoro pur di stare vicino alla squadra del cuore.
Lo sport senza distinzione di specialità, anche se le sue vere passioni sono state il calcio e, poi, in maniera quasi possessiva, la pallavolo.
Aveva tirato i primi calci a un pallone insieme al fratello Nardino, nella famosa Juventina, del compianto maggiore Brienza, ma poiché qualcuno aveva visto delle qualità potenziali, finì anche in rosso-blu con il Potenza.
Ma la carriera di calciatore non durò a lungo anche perché, allora, giocare da dilettanti, non fruttava nemmeno il gettone di presenza, giusto il panino prima della partita e, quando si vinceva, il pranzo.
E lui Nicola, fu obbligato dalla vita a trovarsi un lavoro.
Scelse quello di rappresentante di commercio, che gli consentiva di avere tempo libero e, soprattutto mai orari fissi.
Lo aveva assunto la Palmolive, all’epoca una delle aziende di primo livello nel settore dei detersivi, profumi e quant’altro.
Nicola con quella faccia bonaria, il sorriso sempre sulle labbra, uno stile di vita da mister inglese, riusciva a farsi accogliere bene e faceva bene, e con profitto, il suo lavoro. Insomma una vita libera e dignitosa, come piaceva a lui, e tanto tempo per seguire, ora da dirigente, il calcio, quello famoso della serie “B” di Nino Ferri prima e di Nino Somma. Era diventato dirigente accompagnatore e persona graditissima a tutti, finanche agli avversari.
Ma quell’impegno lo costringeva a piccoli trucchi con la ditta per la quale lavorava, che imponeva una presenza quotidiana sul mercato.
Nessun problema. Nicola s’inventò gli ordini a… scadenza prefissata. Lavorava come un negro lunedì, martedì e, a volte, anche il mercoledì per sottoscrivere gli ordinativi, con la data… in bianco.
Poi dava incarico ad un amico o a un familiare di spedirli uno al giorno quasi fossero un certificato di presenza quotidiano.
Lui intanto era al seguito della squadra, per non perdere nemmeno gli allenamenti.
Quando lasciò il calcio, trovò nuova linfa e diede grande contributo di idee e di opere alla pallavolo, specie quella femminile.
Operò con Gigi Scaglione nell’Asci, che raggiunse vette importanti e, ultimamente, nella Polizia municipale di Potenza di Michele Ligrani.
Ma nelle rare domeniche libere, lo trovavo anche al Palazzetto dello Sport di Matera a “vedere” il grande Latte Rugiada, perché la pallavolo di serie “A” con quella squadra di campionesse, che vincevano tutto, non si poteva ignorare, mi diceva col il solito sorriso sulle labbra.
Ciao Nicola, mancherai molto ai tuoi familiari, agli amici, ma soprattutto al mondo dello sport della Basilicata.
Vittorio Sabia

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