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I Bronzi di Riace saranno ospitati nella sede del Consiglio regionale della Calabria quando il museo che li ospita chiuderà per lavori. La soprintendenza archeologica della Calabria ha trasmesso la documentazione per formalizzare al Consiglio regionale la richiesta di concessione del Salone Federica Monteleone di Palazzo Campanella quale sede per ospitare il laboratorio di restauro dei Bronzi di Riace, nonchè di finanziamento dell’intera operazione. Il Consiglio regionale guidato da Giuseppe Bova ha accolto le richieste in meno di 24 ore. Oggi l’Ufficio di presidenza del Consiglio, presieduto da Bova e composto da Antonio Borrello, Gesuele Vilasi, Pino Guerriero e Francescantonio Stillitani, ha deliberato all’unanimità di accogliere nella sede dell’Assemblea i Guerrieri e di dare formalmente il via all’istallazione del laboratorio di restauro. Tutte le spese occorrenti a questo fine, compresi gli oneri di realizzazione del laboratorio nonchè quelli derivanti dal trasporto dei Bronzi e delle altre opere, tra cui i Dioscuri, i Bronzi di Porticello, il Kouros e gli altri capolavori custoditi nel Museo nazionale, saranno interamente sostenuti dal Consiglio. «In questo modo – ha sostenuto Bova – i Bronzi non lasceranno Reggio e potranno essere restaurati davanti ai nostri occhi. Il laboratorio sarà costruito con pareti di vetro trasparente e consentirà di godere pienamente del restauro, che si svolgerà dinanzi agli studenti, ai turisti, agli studiosi, agli intellettuali ed ai semplici cittadini che potranno così vivere un straordinaria esperienza culturale. Ne beneficerà la città di Reggio e la Calabria intera che tornerà anche per questa via al centro del panorama artistico e culturale nazionale ed internazionale». «Si tratta – ha concluso Bova – di dare avvio ad una inedita stagione di valorizzazione dei Bronzi di Riace e degli altri tesori che saranno restaurati e custoditi nella ‘casa dei calabresì. Un’occasione irripetibile per restituire al resto del Paese un’immagine della Calabria più vera, positiva, quella di una terra che sa fare da sè e che vince anche così ogni pregiudizio ed ogni stereotipato luogo comune».

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