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Altri sette avvisi di garanzia sono stati emessi dalla procura della Repubblica di Vibo, nei confronti di altrettanti falsi dottori nell’ambito dell’indagine sulle false lauree scoperte dai Carabinieri della Compagnia di Vibo a San Costantino Calabro, nel vibonese.
Gli uomini delle Stazioni di San Costantino Calabro e Francica, al comando dell’arma, coordinati dal capitano Stefano Di Paolo, stamattina hanno notificato i sette avvisi in cui si ipotizzano i reati di truffa, esercizio abusivo di una professione e falsità materiale ed ideologica commessa dal pubblico ufficiale.
I destinatari sono residenti a Grottaferrata (Roma), Arcene (Bergamo), S. Bonifacio (Verona), Arese (Milano), Paterno Dugnano (Milano), Cesano Maderno (Milano) e Luisago (Como).
Gli investigatori hanno passato al setaccio le migliaia di documenti e file rinvenuti, alcuni giorni addietro, nel corso della perquisizione all’interno di un appartamento del piccolo comune vibonese trasformato in una vera e propria tipografia di falsi certificati di laurea, di proprietà di Francesco D’Andrea, un biologo di 50 anni del luogo.
Gli uomini della Compagnia Carabinieri di Vibo Valentia e delle due stazioni competenti, esaminando senza sosta per giorni l’enorme mole di documentazione, sono così riusciti a identificare gli altri sette acquirenti (altri quattro era stati già individuati) che, in vari momenti, si erano rivolti al D’Andrea, al fine di ottenere certificati di laurea, pergamene ed addirittura diplomi di scuola media superiore da utilizzare per le proprie attività lavorative. In particolare i militari della Benemerita hanno potuto accertare che tutti e sette i professionisti coinvolti, tra cui spiccano assicuratori, odontotecnici ed imprenditori, avevano pagato migliaia di euro per ottenere gli attestati universitari.
Gli uomini delle Stazioni Carabinieri hanno così sequestrato lauree dell’università di Messina in odontoiatria, economia e giurisprudenza, ed un diploma di scuola superiore dell’I.T.C. di Vibo Valentia. Tutti abilmente contraffatti e praticamente indistinguibili dagli originali. L’indagine ha anche consentito di verificare come le firme apposte sui certificati universitari fossero in tutto e per tutto identiche a quelle originali ed i timbri di autenticazione perfettamente riprodotti. A tradire alcuni degli indagati è stata la paradossale circostanza che i documenti loro consegnati recassero la firma di docenti deceduti ormai da tempo all’epoca dell’ipotizzata seduta di laurea. L’operazione è scattata stamattina. I militari, dopo aver provveduto alla notifica dell’avviso di garanzia, hanno avviato minuziose perquisizioni sia all’interno delle abitazioni che nei luoghi di lavoro al fine di reperire non solo le pergamene ed i certificati oggetto di contraffazione, ma anche altri elementi di prova od indizi utili per individuare eventuali altre responsabilità. Tra il materiale posto sotto sequestro anche gli attestati sui punteggi acquisiti nel corso degli esami mai sostenuti all’università di Messina ed una laurea honoris causa rilasciata negli Stati Uniti, su cui sono in corso ulteriori accertamenti. Sono ancora in corso le indagini per rintracciare alcuni dei certificati di laurea misteriosamente scomparsi dalle abitazioni degli indagati. Ora è al vaglio degli investigatori dell’Arma tutto il materiale sequestrato, mentre stanno continuando gli accertamenti su altri personaggi emersi e su cui i Carabinieri, con il contributo costante dell’Università di Messina, stanno eseguendo una serie di controlli incrociati al fine di verificarne e chiarirne le posizioni.

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