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«Questo è l’effetto di un intervento che abbiamo invocato per settimane che, il Ministero ha realizzato troppo tardi e che ha forse esaurito troppo in fretta, lasciando uno strascico di dubbi e incertezze nell’opinione pubblica. Questa è la fase, però, in cui dobbiamo ritrovare i nostri sentimenti di responsabilità». Lo ha detto Katia Stancato – Presidente di Confcooperative e di Federcoopesca Calabria – intervenendo nella trasmissione televisiva Ambiente Italia, andata in onda in diretta da Cetraro. L’economia locale della pesca è stato il primo comparto a risentire dell’effetto della presenza della presunta nave dei veleni, perdendo quote di mercato significative e costringendo all’arresto di pesca per oltre 50 giorni le imbarcazioni del Tirreno cosentino. La Federcoopesca renderà disponibili le imbarcazioni degli associati per una ulteriore indagine sul pescato che nei prossimi giorni, sotto la regia della Capitaneria di Porto di Vibo Valentia, sarà avviata dai tecnici dell’Arpacal alle diverse profondità. Ai risultati dell’attività sarà data la massima diffusione quale contributo per incrementare la fiducia dei consumatori che hanno ripreso una timida domanda di prodotto ittico. «Il ruolo del Governo – ha detto ancora la Stancato – non può esaurirsi con la fase dell’indagine. La Direzione Generale Pesca del Ministero delle Politiche Agricole è necessario che concerti con la Regione, gli interventi urgenti e necessari per questa fase in cui l’economia ittica necessita di sostegno e di rilancio, partendo dalla dichiarazione dello stato di crisi che i Sindaci giustamente rivendicano per il territorio, passando per la programmazione di una campagna di promozione del prodotti ittici «Mare in Calabria» quale intervento di bonifica della «calamità mediatica» di cui la Calabria è rimasta vittima».

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