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Terminata oggi la raccolta delle firme della petizione “Liberi dalle scorie” per la richiesta al presidente del Consiglio di interventi mirati sui vari aspetti dell’inquinamento ambientale della Calabria, marino e terrestre, che con estrema precisione sono indicati nella petizione.
Il risultato è straordinario, il numero preciso delle firme è di 27.938.
L’aver sfiorato le trentamila adesioni ci fa dire che mai avevamo immaginato un simile traguardo. E il fatto che anche dopo l’annuncio da parte del ministro Prestigiacomo e del procuratore Grasso del ritrovamento del “Catania”, che secondo loro avrebbe dovuto chiudere il caso e archiviare la pratica, migliaia di persone hanno firmato la petizione dimostra da un lato quale grado di sensibilità e di voglia di partecipazione si sia manifestato ma anche quanta diffidenza ci sia nei confronti di una conclusione così affrettata.
Vedremo poi quanta verità debba ancora emergere dopo i dubbi e i nuovi elementi di questi giorni, sta di fatto che il caso delle scorie e dei veleni resta purtroppo drammaticamente aperto e in alcuni casi, Crotone soprattutto, è inconfutabilmente documentato.
Che accade ora della petizione? Nella mattinata di oggi da Palazzo Chigi ci hanno assicurato la comunicazione di un appuntamento da tenersi entro la settimana: nell’incontro provvederemo a consegnare al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti l’elenco di tutte le firme così come è riportato sul sito del Quotidiano e l’enorme quantità di materiale cartaceo (centinaia di lettere con relative buste arrivateci tramite posta, libroni pieni di firme utilizzati da comitati spontanei sorti in tante zone della Calabria, plichi postali con centinaia di petizioni sottoscrite in appositi elenchi, fax arrivati da ogni parte) che sarà raccolta in diversi scatoloni. Vi informeremo, naturalmente, di tutte le fasi di questa operazione conclusiva.
Il nostro impegno continua e continuerà incessantemente in tutte le forme possibili per il raggiungimento degli obiettivi della petizione che ben conoscete e che in estrema sintesi riassumiamo così: i calabresi vogliono conoscere la verità su tutti i filoni dell’inquinamento, soprattutto radioattivo, che avrebbe colpito il loro mare e la loro terra, e pretendono la bonifica di tutti i siti nei quali si accertasse o si è già accertato l’inquinamento ambientale.
L’individuazione delle responsabilità e dei responsabili è strettamente collegata ai due punti prima ricordati – verità e bonifica – perché qualcuno dovrà pure rispondere dei danni provocati alla Calabria e ai suoi abitanti. Dunque, nessun allarmismo né terrorismo, solo verità, bonifica e responsabilità. E finché questi obiettivi non saranno realizzati noi andremo avanti.

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