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L’ex sindaco di Nocera Terinese (Cz), Pasquale Motta, è stato condannato dal Tribunale di Lamezia Terme per peculato. Lo ha reso noto lo stesso Motta in una dichiarazione in cui afferma di rimanere «veramente allibito dalle determinazioni a cui è pervenuto il Tribunale in relazione al processo per peculato a mio carico, relativamente alla gestione dell’economato all’epoca in cui ero Sindaco di Nocera Terinese».
«Questo processo – ha aggiunto – durato sei anni e mezzo in primo grado, diviso in tre diversi tronconi, con due gup distinti e due diverse sentenze, una a carico del dirigente dell’ufficio finanziario, finita con assoluzione a formula piena, un’altra sentenza, invece, nel processo a carico del comandante dei vigili e due assessori finito a luglio con una sentenza di condanna.
Il sottoscritto e altri due amministratori, avendo scelto il rito ordinario, sono stati condannati».
«La conclusione di questo processo – ha sostenuto Motta – ha veramente del clamoroso, essendo emerso nel dibattimento la mia totale estraneità alla gestione di qualsiasi somma e non avendo mai avuto disponibilità di denaro pubblico. Tutti i funzionari comunali hanno testimoniato a mio favore, confermando la mia tesi difensiva e la mia totale estraneità alla gestione della cassa dell’economato. Nonostante ciò vengo condannato per peculato, pur non essendomi appropriato e non avendo gestito alcuna somma. Ritengo dunque, la sentenza emessa dal Tribunale di Lamezia Terme, estremamente ingiusta in fatto e in diritto e, avverso tale sentenza ricorreremo in tutte le sedi».
«Quello che non si capisce in tutta questa controversa vicenda giudiziaria – ha proseguito – come mai e a quale ratio giuridica risponde la circostanza che il dirigente dell’ufficio finanziario, la cui posizione veniva definita, dallo stesso pm che ha impiantato l’accusa, più grave di quella degli amministratori, è stato invece assolto con formula piena e, il sottoscritto e gli altri amministratori sono stati, invece, condannati pesantemente».
«Per quanto mi riguarda – ha concluso Motta – mi batterò in appello, per dimostrare la mia assoluta innocenza, continuando ad avere fiducia nella giustizia che, per fortuna, non si ferma al primo grado di giudizio ma prosegue nei tre gradi successivi. Certo, quasi 7 anni per il primo grado la dicono lunga sul giusto processo, ma questo è lo stato della giustizia e in questa situazione continuerò a difendermi per tutelare la mia onorabilità di amministratore pubblico».

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