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La Pallavolo Cosenza, ancora a punteggio pieno (con solo due set al passivo) dopo questo inizio di torneo di C maschile nell’ultima apparizione a San Giovanni in Fiore, ha palesato ancora una volta una certa superficialità nel gestire partite, come quella all’ombra della Sila, praticamente già scritte prima ancora di scendere sul parquet. Primo set a senso unico e complesso rossoblù che dava l’impressione di voler far ritorno velocemente a casa. Poi, un po’ per l’orgoglio della Silasole e molto per l’atteggiamento di chi sa di essere una spanna sopra l’avversario, per poco non si sono riaperte le porte di un match che, solo a quel punto, il sestetto di Alfonso Bosco ha deciso di chiudere ma con grossa fatica.
Punzecchiato a riguardo non si è fatto sfuggire l’occasione di replica il ds rossoblù Lo Bianco, a cui va senz’altro riconosciuto il merito di aver messo a fuoco in maniera responsabile gli enigmi che accompagnano l’ avvio a due facce dei suoi giocatori: «Inutile negare che la squadra non ci è piaciuta e credo che gli appunti mossi riguardo verso la nostra condotta di gioco siano giusti. Domenica scorsa bisognava lavorare molto meglio sui fondamentali, perché ci è capitato di attaccare male pur avendo messo su un’ottima ricezione o di non riuscire mai a murare». Il factotum bruzio si traveste poi da psicologo scovando le cause e suggerendo quella che a suo parere è la ricetta migliore per liberarsi definitivamente della nomea di squadra vincente ma presuntuosa. «Penso che a tutto ciò si possa dare una duplice chiave di lettura: una è quella che riguarda l’aspetto tattico, nel senso che è evidente che quando incontriamo squadre che ci aggrediscono andiamo in sofferenza. La seconda interpretazione a quanto sta accadendo riguarda invece l’aspetto delle motivazioni, che non sempre abbiamo tenuto alte, perché fino ad ora non abbiamo mai incontrato una squadra che ci abbia messo sotto. Con questo non voglio difendere i miei giocatori, dai quali ci aspettiamo di più».
Nemmeno gli assi portanti del gioco si salvano da questo momento – no sul piano della gestione delle gare: «E’ strano vedere un giocatore come Andropoli sbagliare in costruzione o un Pignataro buttare al vento tre attacchi consecutivi. Sono tutti segnali delle difficoltà in cui ci stiamo imbattendo». «E’ un fatto mentale. La speranza è che già dalla sfida di Pizzo, tra due settimane, il Cosenza possa finalmente mostrare a pieno il suo valore».

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