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«Il governo sta cercando di nascondere la verità sulle navi dei veleni, e su quella di Cetraro in particolare. Si vogliono coprire segreti di Stato, e la strada scelta è quella del silenzio. O peggio ancora, di dichiarazioni che non stanno in piedi». È quanto afferma la deputata del Pdl Angela Napoli in una intervista all’Espresso di cui il settimanale ha fornito un’anticipazione. «La settimana scorsa – scrive L’Espresso – Pippo Arena, il pilota del congegno sottomarino che il 12 settembre aveva filmato la nave sui fondali calabresi, ci ha dichiarato che due stive erano completamente piene. Poi è stato il turno del Ministero dell’Ambiente, che ha pubblicato on line le immagini girate a fine ottobre su quello che ha presentato come il piroscafo Catania. Infine è spuntata, tra politici e ambientalisti, l’ipotesi che nel mare di Cetraro ci siano non uno, ma più relitti». «Il che potrebbe giustificare – afferma la Napoli – la fretta di voltare pagina del ministro dell’Ambiente. Penso, per esempio, a cosa è successo il 27 ottobre quando è stato ascoltato dalla Commissione Antimafia il procuratore nazionale Piero Grasso. Appena gli ho posto domande vere, scomode, il presidente della commissione Beppe Pisanu ha secretato la seduta. Chiedevo chiarezza sul ruolo dei servizi segreti in questa vicenda. Domandavo come potesse il pentito Francesco Fonti, che non è della zona, indicare il punto dove si autoaccusa di avere affondato una nave, e farlo effettivamente coincidere con il ritrovamento di un relitto. Volevo che superassimo le ipocrisie, insomma. Anche riguardo al memoriale del pentito, che è stato custodito per quattro anni, dal 2005, nei cassetti della Direzione nazionale antimafia senza che nessuno facesse verifiche». Secondo la deputata del Pdl, «il 27 ottobre la direzione marittima di Reggio Calabria ha trasmesso alla Commissione Antimafia una mappa con i punti di affondamento di 44 navi lungo le coste italiane. Guarda caso, in Calabria ci sono nove croci senza nome. È difficile, comunque, che un governo smascheri ciò che un altro governo ha occultato. C’è l’interesse bipartisan ad andare oltre, a dimenticare che il pentito Fonti parla di legami con ex democristiani e socialisti ancora attivi. Ricordiamo che il sottosegretario agli Esteri, in questo governo, fa di nome Stefania e di cognome Craxi. Basta, quindi, con i segreti. Il governo vuole chiudere il caso Cetraro? Renda pubbliche le immagini satellitari dei traffici avvenuti nei mari italiani tra gli anni ’80 e ’90. La verità c’è già: basta avere voglia di vederla».

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