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Sulle cosiddette navi dei veleni non si abbassa il grado di attenzione. Ad intervenire è il Wwf che afferma come «sui relitti delle navi individuate ma non identificate da parte delle autorità marittime devono essere compiute subito verifiche mirate per scongiurare il rischio che siano cariche di veleni; le verifiche e le ricerche del relitto di Cetraro non devono essere interrotte». L’associazione commenta le dichiarazioni della deputata e componente della Commissione antimafia Angela Napoli all’Espresso, anticipate oggi, che secondo il Wwf «confermano che sulla vicenda della navi dei veleni ci deve essere una ‘Operazione Trasparenzà conseguente e concorde di Governo, Parlamento e Magistratura per accertare le responsabilità di chi ha alimentato (industriali, broker marittimi, armatori senza scrupoli) i traffici illeciti dei rifiuti pericolosi e radioattivi, spesso coniugati con il traffico d’armi, contando sulla connivenza o sulla reticenza di apparati dello Stato». In particolare «dalla testimonianza resa all’Espresso – conclude il Wwf – emerge che la Direzione marittima di Reggio Calabria ha trasmesso una mappa con i punti di affondamento di 44 navi (9 delle quali anonime): ci domandiamo allora quanto tempo deve ancora trascorrere per avere un riscontro preciso su uno dei relitti sospetti delle navi a perdere».

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