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Egregio Direttore,
l’esposizione di crocefissi prestampati in polimero da soli negli uffici pubblici e nelle scuole, alienati dal significato originale, serve in realtà ad abituare occultamente i giovani, i fanciulli e noi stessi, alle generali prevaricazioni dei cattolici su principio costituzionale della uguaglianza di tutti i cittadini di qualsiasi filosofia o fede, al di sopra dello stesso articolo 7. Princìpio da sempre trasgredito “de facto” con i numerosi noti privilegi. Nelle stesse aule avviene l’insegnamento della sola religione cattolica da parte di indottrinatori assunti in ruolo statale (con nomina vescovile) e pagati più dei colleghi. Abbiamo visto agitare la croce in campagne elettorali nelle Chiese, raccomandare cattolici in pubblici concorsi artefatti per loro, spingere politici fedeli nelle pubbliche amministrazioni, ottenere esenzioni privilegiate dal fisco, e…persino…finanza criminale (cfr. l’esplosivo “Vaticano SpA ” Ed. Chiarelettere, basato su un archivio desecretato dello IOR e citato anche dal Papa). Quei crocifissi di plastica hanno perso ormai persino il senso visivo del valore originale. Preziosi invece crocifissi pendono sul petto dei Cardinali nominati dai Papi-Re. Li ostentavano, sui ricchi piviali i Pontefici, “delegati” di Dio “in terra”, “vicari” di Cristo e molto improbabili successori dell’Apostolo Pietro (attraverso una successione elettiva praticata per secoli da Cardinali, a turno sul Soglio, sulla base del blasone, della ricchezza o della simonia). Ogni Principe cattolico o protestante, conquistato nel sangue un paese, innalzava la Croce ed imponeva la propria variante cristiana, (“cuius regio eius religio”). I frati agitavano la Croce rovente nei roghi della Santa Inquisizione in faccia alle “streghe” ed agli “eretici” morenti. La portavano i crociati assassini. La ostentano perfino i mafiosi. “La croce di Cristo” disse il Card. Schuster nel 1937, “è entrata ad Addis Abeba alla testa delle truppe italiane (fasciste, ndr) vittoriose”. La portano le signore della grande e piccola borghesia “perbene”, sui décolletés degli abiti da sera, a mo’ di gioiello, ostentato ringraziamento per grazia ricevuta dei loro spesso ingiusti, quanto spesso ridicoli, privilegie e per diritto alla “conservazione”. Lo portano le donne del popolo come portafortuna o per “moda”. Politici ruffiani si gettano in “difesa” del crocifisso nelle scuole! Il vero Sacrilegio sta nello sfruttamento della croce per uso politico e demagogico.

Mario Ruffin (Treviso)
Aton Hakim (Asmara)

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