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Il primo dicembre alle 11 sarà inaugurato il Museo della ‘ndragheta di Reggio Calabria. Avrà sede in località Croce Valanidi a poca distanza dall’aeroporto. Una villa a tre piani di 200 metri quadrati ciascuno, confiscata alla criminalità organizzata e ristrutturata nel 2006 con la somma di 125 mila euro, è stata trasformata in un museo sul tema della ‘ndrangheta e della criminalità organizzata. La conferenza stampa di presentazione è fissata per domani alle 11,30 al Palazzo della Provincia. Nella giornata di inaugurazione sono previsti due appuntamenti. Alle 11 l’apertura della mostra fotografica dal titolo «Silenzio e memoria» a cura di Adriana Sapone, che illustrerà il fenomeno della ndrangheta. Le fotografie, a colori e in bianco e nero, ricostruiscono la cruda cronaca della guerra di mafia, gli omicidi più efferati e l’opprimente silenzio della gente e delle città. Tutte istantanee scandite da corpi che giacciono sotto lenzuoli bianchi, da curiosi di passaggio e da manette e indagini e sguardi. Ancora le segnaletiche dei boss e gli arresti delle «primule rosse» e i ritagli dei giornali dell’epoca. Dal luogo dell’omicidio del giudice Antonino Scopelliti, si passerà ai grandi processi di mafia, che nei primi anni Novanta hanno visto sfilare nella città dello Stretto, personaggi come Totò Riina, Bernardo Brusca, Pippo Calò e Nitto Santapaola. Il percorso fotografico racconterà anche la speranza della società civile e in modo particolare dei giovani. E gli uomini e donne dell’antimafia che hanno cercato di costruire una storia di riscatto. Nel pomeriggio, alle 17, sempre nella sede del Museo della Ndrangheta sarà presentato il libro «Il cappio» di Enrico Bellavia e Maurizio de Lucia (edizioni Bur) che analizza il fenomeno del pizzo legato alla mafia. A introdurre la presentazione del libro saranno: Giuseppe Pignatone (Procuratore Capo di Reggio Calabria), Attilio Tucci (Assessore alle Politiche sociali della Provincia di Reggio Calabria), Fulvio Librandi (Università della Calabria) e Claudio La Camera (Coordinatore Museo della Ndrangheta). «L’inaugurazione della sede del Museo della Ndrangheta – spiega una nota della Provincia – segna un momento importante di un percorso cominciato ormai più di due anni grazie al finanziamento del progetto da parte della Provincia di Reggio Calabria e alle sinergie delle istituzioni locali (Prefettura, Comune, Regione e Università). L’idea dell’antropologo Fulvio Librandi di tracciare un percorso storico e antropologico della realtà ndranghetista è stata portata avanti da un comitato scientifico diretto dall’antropologo Luigi Maria Lombardi Satriani. Parallelamente al reperimento del materiale fotografico e documentaristico sulla ndrangheta, è stata avviata una ricerca sul campo. Punto di forza del progetto del Museo della ndrangheta è stato il lavoro con i ragazzi delle scuole calabresi confluito nella pubblicazione del primo volume della collana «A mani libere», presentato quest’anno al Quirinale in occasione dell’inaugurazione dell’anno scolastico». Ed è in corso, sempre all’interno delle attività del Museo della Ndrangheta, il progetto «Arcipelago della Memoria», approvato nell’ambito dell’avviso pubblico Azione ProvincEgiovani, promosso dal Ministero della Gioventù e dall’Upi e cofinanziato dalle province di Reggio Calabria, Messina e Vibo Valentia. Il progetto che porterà alla realizzazione del secondo volume di «A mani libere», di un Festival della legalità, all’istituzione di tre borse di studio per giovani studenti universitari finalizzate all’approfondimento dell’economia del crimine organizzato e all’individuazione di tre punti di musealità diffusa (edifici abbandonati, piazze, ruderi) da trasformare in monumenti di memoria alle vittime della mafia attraverso il rifacimento delle facciate con la tecnica del Trompe l’oeil, coinvolge undici scuole fra le province di Reggio Calabria, Messina, Vibo Valentia e Palermo. Il progetto del Museo della ‘Ndrangheta, inoltre, è stato presentato in conferenze europee in cui è stato siglato anche un protocollo di intesa con il «Centro per cultura democratica» di Berlino per lo svolgimento di attività di ricerca e studio.

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