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Non è sottovalutata la situazione calabrese alla Presidenza della Repubblica relativa ai rifiuti tossici e alla possibile presenza di scorie radioattive nei mari e nelle terre calabresi.
Una situazione che ha registrato anche la massiccia adesione alla petizione “Liberi dalle scorie” promossa dal Quotidiano della Calabria, che ha toccato quota 28.000 firme, e alla manifestazione di Amantea, nella quale hanno sfilato circa 25.000 persone. Nonostante il Governo abbia tentato di chiudere la vicenda dal Quirinale invece, arrivano rassicurazioni.
Ieri mattina Alberto Ruffo, consigliere di Stato della Presidenza della Repubblica, delegato dal presidente Giorgio Napolitano impegnato nella visita in Turchia, ha incontrato i rappresentanti di Legambiente (il vicepresidente nazionale Sebastiano Venneri; il presidente calabrese Antonino Morabito, e Nuccio Barillà del direttivo nazionale) e il direttore del Quotidiano della Calabria, Matteo Cosenza (nella foto insieme a Ruffo). A Ruffo è stato consegnato un dossier sulle navi dei veleni e sulla presenza di rifiuti pericolosi disseminati in tutta Italia, e lui ha fornito risposte rassicuranti.
«Il dottor Ruffo – ha detto Sebastiano Venneri – ha espresso attenzione e interesse verso un problema che il Presidente della Repubblica sente come rilevante, mostrando particolare sensibilità nei confronti dei cittadini preoccupati per la loro salute e il futuro del loro territorio. Da qui il nostro auspicio affinché il Presidente Napolitano, possa tornare in Calabria, e specificatamente nella città di Crotone, simbolo di quell’Italia operosa e ricca di storia, oggi nota alle cronache soprattutto per le vicende legate agli smaltimenti illeciti dei rifiuti industriali e ai rischi per la salute dei suoi abitanti».
La nota presentata a Napolitano
Il 3 ottobre 2009 “il Quotidiano della Calabria” ha promosso la petizione “Liberi dalle scorie”, primi firmatari Saverio Strati, Salvatore Settis, Amalia Bruni, Carmine Abate e Mimmo Calopresti. Pochi giorni prima era scattato un nuovo allarme sul fronte dell’inquinamento ambientale, piaga dolente di questa regione, dopo il ritrovamento di un relitto sospetto al largo di Cetraro. La petizione indirizzata al Presidente del Consiglio, onorevole Silvio Berlusconi, indica in forma asciutta e senza alcuna nota polemica gli elementi di preoccupazione e la richiesta di un impegno nazionale per accertare la verità sulle cosiddette navi a perdere, sull’interramento di fusti lungo il torrente Oliva nei pressi di Amantea dopo il naufragio della nave Jolly Rosso e sull’area di Crotone compromessa da una grave inquinamento industriale, e per procedere alla bonifica delle aree terrestri e marine eventualmente risultate inquinate.
Ecco il testo integrale della petizione:
“Al presidente del Consiglio dei Ministri onorevole Silvio Berlusconi. Negli ultimi mesi in Calabria è stata accertata la presenza di scorie di diversa natura ed in particolare: – a 14 miglia dalla costa di Cetraro, il relitto di un mercantile che gli inquirenti ritengono essere il Cunsky, con un carico di 120 fusti contenenti presumibilmente rifiuti radioattivi; – in agro di Aiello Calabro è stata rilevata la presenza nel terreno di possibili radionuclidi artificiali; – a Crotone sono stati utilizzati materiali fortemente radioattivi per la costruzione di numerosi edifici pubblici e anche di scuole, nelle quali è stato già accertato un livello di contaminazione tra i bambini. Il Governo non può accettare che sia messa così in pericolo la salute di migliaia e migliaia di calabresi. Pertanto noi firmatari della presente petizione chiediamo al Governo di intervenire con la massima urgenza per:
1) verificare il contenuto della stiva del relitto al largo di Cetraro, recuperando i fusti con i rifiuti radioattivi e procedendo alla messa in sicurezza del tratto di mare interessato;
2) verificare la presenza delle altre “navi a perdere” nel Mediterraneo, così come indicate dal pentito Fonti ed eventualmente da altri filoni d’indagine;
3) verificare la presenza di radionuclidi artificiali nel territorio di Serra d’Aiello e Aiello Calabro, in particolar modo alla foce del fiume Oliva, mettendo in sicurezza il sito;
4) provvedere alla bonifica degli edifici contaminati di Crotone;
5) chiarire se esiste una relazione tra l’aumento di patologie tumorali e l’eventuale presenza di rifiuti nucleari o tossici in alcune zone della Calabria ed agire immediatamente per garantire la salute degli abitanti di quelle aree;
6) chiarire tutte le responsabilità, anche quelle di eventuali apparati deviati dello Stato e fornire pieno supporto all’azione della magistratura”.

Hanno sottoscritto questa petizione sul sito del giornale o attraverso i coupon fatti pervenire al giornale o attraverso raccolte spontanee di comitati sorti in decine di comuni calabresi e soprattutto nelle scuole, 27.938 persone fino a domenica 15 novembre scorso, anche se continuano ad arrivare adesioni attraverso la posta. Hanno firmato persone note (da Stefano Rodotà a Roberto Saviano, da Luigi Lombardi Satriani a Gianni Vattimo) e semplici cittadini, calabresi e non. Si è avuta una grande partecipazione senza alcuna strumentalizzazione politica o di altro tipo. Ed è anche per questo motivo che piuttosto che chiedere l’intervento di qualche parlamentare calabrese della maggioranza che governa il Paese, si è preferito seguire la strada ordinaria della richiesta di un appuntamento per consegnare alla Presidenza del consiglio il testo della petizione, l’elenco delle firme e la relativa documentazione. Per un mese è andata avanti una trattativa con la segretaria dell’onorevole Paolo Bonaiuti, sottosegretario alla Presidenza, la dottoressa Sara Santarelli. All’inizio non c’era stata alcuna difficoltà poi, dopo il ritrovamento di un relitto che non era quello del Cunsky da parte della “Mare Oceano, dalla Presidenza sostennero che la petizione poteva considerarsi superata. Fu fatto presente dalla direzione del “Quotidiano della Calabria” che non solo permanevano motivi seri di preoccupazione su tutti i punti sollevati nella petizione ma che era doveroso rispettare l’impegno di tante decine di migliaia di persone che in maniera civile e matura si rivolgevano al Governo.
Ma venerdì 13 novembre 2009 al giornale è stato comunicato definitivamente che non ci sarebbe stato alcun incontro e che la petizione non sarebbe stata accolta. La stessa comunque è stata spedita per posta e ci si augura che almeno non venga respinta al mittente.
Al Presidente della Repubblica si affida questa nota senza che nulla gli venga richiesto anche perché a chi scrive sono chiari i rapporti istituzionali tra le cariche dello Stato. Si intende solo riferirgli la profonda amarezza di chi ha promosso e soprattutto di chi ha firmato una semplice petizione che non solo non viene presa in considerazione ma addirittura non ricevuta. Con la speranza che tra i suoi tanti gravosi impegni il Presidente Napolitano possa trovare l’occasione per dedicare attenzione anche alla preoccupante materia dei rifiuti pericolosi e all’impegno dello Stato per rassicurare i cittadini e garantire la salute pubblica”.

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