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Diffide di pagamenti iscritte a ruolo con interessi alle stelle, accompagnate da minacce di pignoramento, richieste di somme risalenti anche ad un decennio fa, anche per tasse automobilistiche regolarmenmte pagate. E’ questa la situazione che stanno vivendo alcuni contribuenti di Vibo Valentia, i quali hanno di rivolgersi ad uno studio legale per denunciare penalmente a vario titolo gli enti creditori.
«Senza ricevere un avviso bonario – racconta un contribuente – per una tassa Irpef di 1.800 euro scaturita da un conguaglio e che avrei pagato ben volentieri se mi fosse stata notificata, mi sono visto invece arrivare una cartella di 3.600euro, senza fra l’altro ricevere il dovuto avviso di pagamento per lettera raccomandata come prescrive la legge, e senza quindi che venisse indicato il responsabile del procedimento.
Tutto sulla parola, la loro parola. Fatto sta che quando sono andato all’Agenzia delle entrate a chiedere conto, nel fascicolo non esistevano i segni di una qualsiasi lettera di richiesta. Vanificata – aggiunge il contribuente – anche l’intenzione di voler pagare il debito rateizzato. Adesso per quella stessa tassa iniziale di 1.800euro, ne chiedono forzatamente più del doppio. Per questo ho deciso di rivolgermi alla magistratura».

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