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I due pentiti di ‘ndrangheta Vincenzo Marino e Domenico Bumbaca saranno sentiti nell’ambito del processo a carico di Andrea Corrado, crotonese di 20 anni, imputato per l’omicidio del 27enne Giuseppe Cavallo, marito di Rosa Russelli, 21 anni, cugina del presunto boss Leo Russelli, che secondo gli inquirenti sarebbe a capo del clan che a Papanice, frazione di Crotone, si era schierato contro i Megna. Cavallo fu ucciso nel primo pomeriggio del 25 marzo 2008 nella frazione Papanice di Crotone in risposta all’agguato, avvenuto solo due giorni prima, nel quale è stato assassinato il presunto boss Luca Megna e sono rimaste ferite la moglie e la figlioletta di appena 5 anni. Le audizioni avverranno alla prossima udienza del 15 gennaio, fissata dalla Corte d’assise di Catanzaro presieduta dal giudice Giuseppe Neri (a latere Rosario Murgida) per la prosecuzione del processo. Oggi, intanto, in aula sono stati sentiti Aldo Barbaro, il consulente tecnico della Procura che effettuò i rilievi sul luogo dell’agguato, e un ispettore della Squadra mobile di Crotone, che partecipò alle indagini, chiamato fra l’altro a ripercorrere la testimonianza che rilasciò agli inquirenti Marina Cavallo, sorella della vittima – che già lo scorso 6 ottobre è comparsa in aula per riconoscere ancora una volta Corrado come il presunto killer di suo fratello -, oggetto di numerosi attacchi da parte dei difensori dell’imputato, gli avvocati Rotundo e Montesanti. Nel processo, in cui Corrado risponde anche di detenzione e porto in luogo pubblico dell’arma usata per il delitto, nonchè del tentato omicidio della moglie e del figlio di 3 anni di Cavallo, che al momento dell’agguato si trovavano in auto con lui, la vedova è costituita parte civile. Corrado, ad aprile del 2008, fu sottoposto dalla Squadra mobile di Crotone a fermo come indiziato di delitto, seguito da un provvedimento di custodia cautelare in carcere emesso a suo carico dal giudice distrettuale delle indagini preliminari Adriana Pezzo, su richiesta del pm titolare Sandro Dolce. Gli elementi raccolti consentirono agli investigatori della Mobile crotonese di collocare la figura di Corrado nella cosca capeggiata da Luca Megna, in contrasto con quella guidata da Leo Russelli, nonchè di identificarlo come il presunto autore dell’omicidio di Cavallo, anche sulla scorta della testimonianza della sorella Marina, e delle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia, adesso chiamati a confermare le proprie parole.

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