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di LEO AMATO
POTENZA – «Un aspetto di indubitabile valenza, se non altro in generale per la comprensione della rete di rapporti e collegamenti nei quali deve essere contestualizzata la realizzazione dei propositi illeciti descritti, che hanno riguardato in particolare la competizione con la squadra della Salernitana». Così i militari dell’Arma: il patron del Potenza Fc coltivava da tempo un rapporto diretto con i massimi dirigenti dei granata. «Sono illuminanti in proposito alcune conversazioni tra Giuseppe Postiglione e Angelo Fabiani, direttore sportivo della Salernitana, dalle quali si evince l’indubbia condivisione di interessi, e una fattiva collaborazione su problemi gestionali, e questioni non espressamente indicate per telefono, che per ciò stesso lasciano spazio ad ampie e giustificate considerazioni sulla loro regolarità».
Ombre, e allusioni che puntano dritto a un personaggio che Fabiani chiama soltanto «l’amico nostro». I carabinieri provano a spingersi oltre. Evidenziano che Fabiani è tra gli imputati del processo istruito dalla procura di Napoli, anche noto come Calciopoli, quale «autore materiale delle azioni illecite promosse e organizzate dall’entourage di Luciano Moggi, a quei tempi direttore generale della Juventus». Sottolineano che Fabiani era quello che avvicinava gli arbitri, e girava le Sim svizzere ai vari complici del gruppo, per ingannare l’orecchio delle procure di mezz’Italia. È un’appendice del capitolo dedicato al match del 20 aprile 2008 tra il Potenza e la Salernitana. Sa della frustrazione degli investigatori, e l’amara consapevolezza dell’esistenza di uno spazio inesplorato dietro una coltre di nebbia impenetrabile, forse il «sistema» di cui parla al telefono Postiglione, in cui si tiene l’inchiesta sulle partite di Lega pro, e lo scandalo deflagrato alla vigilia del mondiale tedesco.
Negli allegati dell’informativa del 24 gennaio scorso c’è il brogliaccio di una conversazione tra Postiglione e Fabiani, che non risulta, però, tra gli indagati. «Volevo fare un saluto».
Dice il direttore sportivo dei granata. «Passavo da quelle parti, quando ho visto Potenza e dico: “Il mio amico Postiglione! Vabbe’ che è incazzato con Lombardi (il presidente della Salernitana ndr), ma io che c’entro?».
A novembre del 2007, cinque mesi prima della partita incriminata, il patron del Potenza ha esonerato il mister Pasquale Arleo, e Fabiani si è fatto sotto per raccomandargli un giovane ambizioso, Odoacre Chierico, ex giocatore della Roma. Fabiani dice che ha parlato della cosa con un «amico che abbiamo in comune». Postiglione non capisce, ma Fabiani insiste: «L’ho detto a coso, l’amico nostro…». E garantisce per lui. Sarà soltanto per dire, ma di passaggio ci piazza pure una scommessa: «Questo ti porta ai play off, se no gli do cinquantamila euro, io. Giuro su Dio. Hai capito?». L’argomento riesce a far subito breccia. «Lo vado a prendere mo’ stesso – risponde il giovane presidente del Potenza Fc – non per il fatto dei play off, ma perché se me lo garantisci.». Poi prosegue Fabiani: «Mo’ ti dico una cosa che rimanga tra me e te. che se no mi mandi in mezzo ai casini».
Il verbale a questo punto è coperto da un lungo omissis, ed è probabile che sia per esigenze collegate a uno stralcio del fascicolo principale destinato a un’altra procura, o a un capitolo dell’indagine che non è stato ancora scritto. Il dialogo riprende con Fabiani che gli rappresenta che «se fai ste robe qua. ci vediamo un attimino, no. e facciamo una situazione preliminare per il portiere o il centrocampista, ma non dire un cazzo a nessuno… quanto ai soldi. si fa il discorso dell’obbiettivo. ti do una mano io. dopo ci incontriamo con l’amico nostro. Io e te non ci siamo mai sentiti. per carità non mi mettere in mezzo, eh?». Mister Chierico sarebbe stato presentato a distanza di nove mesi, assieme a quattro nuovi acquisti provenienti da Salerno per rinforzare la squadra, ma il suo rapporto con la società si sarebbe interrotto dopo appena due partite, ben lontane dagli annunciati play off. Nel bel mezzo la “combine” della partita del 20 aprile.

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