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Un bunker ancora “caldo» è stato scoperto dai carabinieri a Platì in una villa dotata anche di un sistema di videosorveglianza a circuito chiuso. La scoperta è stata fatta dai carabinieri della Compagnia di Locri, del nucleo investigativo del gruppo di Locri e dello squadrone eliportato «Cacciatori di Calabria» del Goc di Vibo Valentia, nel corso di un’attività di ricerca, coordinata dal procuratore aggiunto della Dda di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, finalizzata alla cattura del latitante Saverio Trimboli, di 35 anni, di Platì, ricercato per associazione mafiosa ed altro dal marzo 1994 ed inserito nell’elenco del 100 latitanti più pericolosi. Il bunker è stato trovato occultato sotto il pavimento in marmo della camera da letto della villa del fratello del latitante. Al rifugio si accede con un’apertura basculante. All’interno gli investigatori hanno trovato materiale definito di «estremo interesse investigativo», tra cui binocoli di precisione, visori notturni, telefoni cellulari, uno scanner ricetrasmittente sintonizzato sulle frequenze delle forze dell’ordine, un gps, un telemetro laser, torce elettriche, giubbetti antiproiettile, nonchè capi d’abbigliamento e sacchi a pelo per la lunga permanenza in ambiente montano. Nel corso della perquisizione nella villa è stato anche trovato e sequestrato un complesso sistema di videosorveglianza a circuito chiuso, cablato con tutti i televisori presenti nello stabile. A conclusione della perquisizione, i carabinieri hanno denunciato in stato di libertà una parente del latitante P.R., di 36 anni, di Platì per furto di energia elettrica. La donna, secondo quanto accertato dai carabinieri insieme a personale dell’Enel, aveva creato un collegamento abusivo dalla villa alla linea elettrica pubblica, che bypassava il contatore elettrico. (

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