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Il primo “faccia a faccia “ dopo mesi. L’hanno chiesto gli studenti del coordinamento “universitari sfrattati “ a Valeriano Di Stefano che, ufficialmente, li rappresenta presso l’Ardsu (azienda regionale per il diritto allo studio universitario). L’incontro ieri nella sede dell’Unibas di rione Francioso; studenti da una parte a chiedere chiarezza sulla chiusura della casa dello studente in via Filzi e sulla situazione che si prospetta per quella di via Viggiani e Di Stefano, dall’altra, a spiegare le sue ragioni. «Non ci sto a fare il capro espiatorio -ha dichiarato Di Stefano – io ho fatto solo quello che gli studenti mi chiedevano da tempo». L’assenso alla chiusura della residenza universitaria di via Filzi sarebbe stato, a dire dello stesso rappresentante, un «atto dovuto. I ragazzi da tempo lamentavano l’insostenibilità della situazione che si era creata nella residenza. La struttura non era a norma ed è stata accatastata solo un mese fa». Scelta più che discutibile a parere degli universitari sfrattati che a Di Stefano continuano però a rimproverare il mancato rispetto dei doveri di informazione e consultazione connessi allo svolgimento del suo ruolo di rappresentanza. «Oggi esprimiamo delle perplessità su come siamo stati rappresentati, chi doveva svolgere il suo dovere di interlocutore tra noi e l’Ardsu non l’ha fatto – ha detto Donato Picicci, portavoce del coordinamento degli “sfrattati”- basti pensare al fatto che gli studenti della residenza di via Filzi hanno saputo della sua chiusura solo un giorno prima. L’avviso è arrivato con una lettera del direttore dell’Ardsu». Meri intralci burocratici quelli denunciati dagli studenti, secondo Di Stefano, gli stessi intoppi che non avrebbero consentito il passaggio immediato dei ragazzi dalla residenza di via Filzi ai locali situati presso l’istituto della suore cannossiane. «Da poco sono stati ultimati i lavori per consentire il trasferimento degli studenti aventi diritto presso la nuova sede. Ora bisogna solo capire come la Regione intenderà assegnare la nuova struttura all’Ardsu che, per forza di cose, non può gestirla con gli stessi fondi con i quali gestiva la casa dello studente di via Filzi». La preoccupazione degli universitari rimane però ora concentrata sulla residenza di via Viggiani che si era detta a rischio chiusura il prossimo 30 novembre a causa della mancanza della certificazione del cambio di destinazione d’ uso. «La residenza di via Viggiani non chiuderà – ha rassicurato Di Stefano – Venerdì il comune ha approvato la sanatoria». Le prossime decisioni ufficiali saranno però rimandate alla conferenza Università-Regione. «Abbiamo chiesto al presidente De Filippo l’istituzione del tavolo per cominciare a dare notizie e certezze agli studenti. La sede ufficiale non solleverà più dubbi».
Anna Mustacchio

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