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di PIERO QUARTO
EMERGENZA personale al carcere di Matera.
Meno venti unità nell’ultimo anno e ne mancano almeno sessanta totali per arrivare ad un numero sufficiente che soddisfi il fabbisogno esistente nella struttura di via Cererie.
E’ per questo che Il Sappe e la Uil Penitenziari hanno inscenato ieri una protesta davanti all’ingresso della struttura.
Sagome di cartone, che raffigurano le carenze di organici di agenti di polizia penitenziaria, e uno striscione con lo slogan «Continuando di questo passo ecco il futuro», contrassegnano dalla mattinata di ieri, a Matera, la protesta che i sindacati Sappe e Uil penitenziari hanno avviato davanti alla casa circondariale.
Il segretario regionale della Uil penitenziari, Giovanni Grippo, e il vicesegretario regionale del Sappe, Eustachio Paolicelli, hanno denunciato «un organico sottostimato di almeno 20 addetti rispetto allo scorso anno, a fronte di un aumento della popolazione carceraria, e con la impossibilità di poter effettuare i turni di riposo».
Una situazione che si trascina da tempo ma che non pare aver prodotto risultati apprezzabili perchè la situazione carceraria rimane sempre la stessa per gli agenti penitenziari sempre minore nel numero e costretti a turnazioni alquanto particolari.
Le principali difficoltà si vivono nel settore femminile come tengono a spiegare gli stessi sindacalisti: «il personale è ridotto all’osso tanto che le agenti sono costrette ad un servizio che va dalle ore 8 alle 22 con un evidente stress psico-fisico ed in qualche caso è necessario che sia del personale maschile a dover prestare servizio. Noi abbiamo più volte sottolineato e denunciato questa situazione ma senza ottenere risultati negli ultimi anni».

«Non è la prima volta – hanno aggiunto i rappresentanti sindacali – che denunciamo le carenze di organico. Siamo alla esasperazione.
L’amministrazione penitenziaria intervenga per riportare tranquillità anche in relazione ad alcuni episodi nazionali, che colpevolizzano il ruolo degli agenti di polizia penitenziaria.
Non è possibile nemmeno effettuare turni di riposo o di prendere le licenze.
Se continua così – hanno concluso – è giusto abolire le festività di Natale e Capodanno».
Un problema presente è anche quello che limita ulteriormente il personale: «non mancano le missioni a Potenza o in altre regioni, situazioni che penalizzano ulteriormente il lavoro che viene svolto quotidianamente dagli agenti.
A questo punto non ci aspettiamo più niente», raccontano Grippo e Paolicelli, «certo la situazione a cui siamo arrivati è estrema. Il personale?
Non possiamo rilevare elementi e numeri che possono in qualche modo mettere in pericolo e offendere l’ente, per cui non possiamo dire in base alla legge vigente il numero delle persone che ci sono oggi nel carcere di Matera.
I numeri che possiamo menzionare sono la diminuzione di venti unità rispetto all’anno passato e la necessità di avere in totale almeno sessanta unità in più».
Riguardo invece alla questione sollevata nelle settimane passate dai detenuti che facevano riferimento alle decisioni del Tribunale di Sorveglianza che potrebbero agevolare lo spopolamento nelle carceri i sindacati sono prudenti e ampliano il discorso non tanto alle scelte dei giudici di sorveglianza ma alle norme che questi ultimi si trovano a dover applicare e dunque alle indicazioni delle leggi che arrivano dal livello nazionale: «il problema è sostanzialmente di carattere nazionale,sulle pene alternative non è stato fatto assolutamente niente nonostante siano state avanzate da parte nostra una serie importante di proposte.
E’ normale poi che i detenuti vogiano un’applicazione più estensiva di misure alternative e di detenzione».

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