X
<
>

Condividi:
4 minuti per la lettura

di ALFONSO PECORARO
POTENZA – E’ arrivato al Palazzo di Giustizia di Potenza alle 10,30, per uscirne alle 11,40. Un’ora e dieci minuti di dialoghi, prima con il sostituto procuratore distrettuale antimafia, Francesco Basentini, colui il quale ha condotto l’indagine “Ultimate” poi anche con il Procuratore capo Giovanni Colangelo. Nell’ufficio di quest’ultimo, al quarto piano del tribunale, ha ottenuto quello per cui è sceso fino a Potenza: un “raccordo d’indagine”. Stefano Palazzi, il numero uno della Figc che indaga, e il pool dei suoi investigatori ha fatto quella che in gergo si chiama “toccata e fuga” nel capoluogo potentino. Dove, per la verità, è stato spinto ad arrivare dal clamore mediatico che ha avuto la notizia dell’arresto del presidente del Potenza, Giuseppe Postiglione per una serie di attività illecite, tra le quali anche la frode sportiva. Reato che interessa particolarmente la Procura Federale che su Postiglione ha avuto già il suo bel da fare in passato, uscendo sconfitta rispetto alle richieste avanzate nei confronti del presidente del Potenza. Ma non c’è nessuna sete di rivincita nei suoi confronti. Solo il bisogno, abbastanza urgente, di accertare realmente come stanno le cose e quanto l’attività smascherata dai carabinieri possa avere rilevanza sportiva e portare, di conseguenza, alle sanzioni del caso in capo a società, dirigenti e atleti. Palazzi nel colloquio con il procuratore capo Colangelo, durato 12 minuti e al quale hanno partecipato anche il vice Alfredo Mensitieri e il sostituto Rocco Brienza, ha sondato la disponibilità della magistratura ordinaria e ha chiesto lumi sui tempi e sulla modalità di ricezione di 14 faldoni e di uno scatolone pieno zeppo di cd di registrazioni telefoniche. Prove concrete di illeciti sportivi che, a questo punto, fanno tremare gran parte del calcio di Lega Pro. Perché questo è un dato di fatto acquisito e che è stato chiarito da Colangelo: le indagini stanno continuando. Nessuna dichiarazione alla stampa, come d’altronde era scontato, da parte del Procuratore Federale, per cui la materia corposa della chiacchierata tra i due magistrati, per quanto assai criptica, è fornita dal Procuratore Capo. “C’era evidentemente questa necessità di raccordo – spiega Colangelo – ma il procuratore sportivo non ha ritirato alcun carteggio. Abbiamo solo concordato una tempistica che deve obbligatoriamente seguire il nostro iter di indagine”. Affermazione che lascia intendere che una prima “spedizione” a Roma dei fascicoli potrà avvenire non prima della pronuncia del Tribunale del Riesame, entro una decina di giorni. Tempo che, comunque, non andrà perso dal momento che Colangelo è fin troppo esplicito quando dice: “E’ chiaro che per tutto quello che è accaduto dopo il mese di marzo del 2009 non siamo stati certo con le mani in mano. Voglio comunque precisare che la fase cautelare attuale è stata disposta esclusivamente per i gravi indizi emersi, che siamo ancora in una fase di ipotesi accusatoria, non certo di colpevolezza per la qualcosa potrà esprimersi, facendo il proprio corso, solo la magistratura giudicante. Dico solo che ci sono delle attività investigative ancora in evoluzione”. Mezza verità per ammettere che ci sarà ancora altro da scoprire, ma nessun riferimento ad indagini specifiche, per questa ragione, coperte dal segreto istruttorio. Anche se è certo (come si legge nell’ordinanza) che il pm Basentini ha ascoltato come persona informata sui fatti in data 29 settembre 2009, Ezio Capuano in relazione a minacce perpetrate ai danni di Postiglione e alla partita Potenza-Marcianise del 20 settembre 2009. “Il rigore della giustizia sportiva – ha continuato il procuratore- si ancora su principi diversi da quelli della magistratura ordinaria che potrebbe essersi trovata di fronte a certi segnali che, però, non sono concretamente verificabili”. Per esempio, una scarsa prestazione di un portiere o l’errore sottoporta di un attaccante. Palazzi, quindi, ha il compito di vedere le carte e di lavorare in altre direzioni, insomma, come quelle che potrebbero spingere a trovare un intreccio più fitto tra dirigenti, atleti e società, e magari a “scambiare il favore” ed agevolare il compito degli inquirenti che, specie in direzione Salernitana, affermano nell’ordinanza di non aver ancora provveduto all’individuazione di chi ha materialmente pagato i 150 mila euro a Postiglione, in relazione alla combine di Potenza-Salernitana. Ovviamente, con riferimento a un’indagine chiusa a marzo 2009: nulla infatti esclude di credere che dopo quella data qualcosa sia stata già chiarita, ma che ci voglia ancora un altro po’ di tempo per farla venire a galla. “Tra di noi non c’è alcun raccordo investigativo. Palazzi ci ha rappresentato le sue esigenze e noi ne daremo seguito rispettando l’iter del procedimento e consegnandogli il materiale che ci ha chiesto. La sua visita a Potenza è stata utile per un’intesa sulle future attività”, ha detto Colangelo che ha voluto anche smentire alcune voci di un interesse sulla vicenda delle procure di Santa Maria Capua Vetere, Napoli e Salerno: “alcune procure sono state avvisate della vicenda, ho parlato personalmente con il collega Lembo (di Santa Maria, ndr) ma non esiste nessuna attività coordinata”.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE